MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Uccisero un uomo col machete, condannati/ VIDEO

I quattro marocchini che uccisero connazionale in strada a Zingonia a colpi di machete e ferirono il fratello sono stati condannati

L'omicidio

Zingonia (Bergamo), 5 gennaio 2017 - Diciotto anni di reclusione per omicidio, tentato omicidio e detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio. Si è chiuso così il processo, celebrato con il rito abbreviato davanti al gup Tino Palestra, contro i quattro marocchini, tra i quali l’esecutore materiale del delitto, accusati di aver ucciso in concorso il connazionale Mohamed El Khouman, 30 anni, massacrato in strada a Zingonia la notte dell’11 novembre 2015, a 50 metri dalla caserma dei carabinieri e a 100 da Piazza Affari, da anni regno di pusher e balordi di ogni genere.

La vittima era stata rincorsa, ferita a colpi di pistola, picchiata e finita a colpi di machete. Le condanne sono state inflitte ai fratelli Mouhsin, Sahli e Imad Dahak e a Bereddine Hamza, il giovane che cinque giorni dopo i fatti si era presentato spontaneamente alla Procura dei minori di Brescia, affermando di avere 15 anni e addossandosi la responsabilità dell’omicidio. Successivamente gli esami radiografici a cui era stato sottoposto e i documenti inviati dal Marocco tramite il consolato avevano accertato che era invece maggiorenne. Due anni e 8 mesi solo per detenzione di droga sono invece stati comminati a Otman El Khouman, 28 anni, fratello della vittima, che era rimasto ferito nell’agguato e che era parte civile al processo. In quest’ultima veste il gup Palestra ha condannato gli imputati a versargli una provvisionale di 50mila euro. Il pm Carmen Pugliese aveva invece invocato la condanna dei quattro marocchini a 20 anni per omicidio e tentato omicidio e 6 anni per la detenzione di stupefacenti. Il giudice, però, ha riunito in continuazione i due reati. Il pm aveva inoltre chiesto una pena più pesante per Otman El Khouman, 3 anni e 8 mesi. Secondo l’accusa, il delitto era maturato nell’ambito dell’attività di spaccio che si contendevano alcuni gruppi rivali.

Diversa la versione di Otman El Khouman, che ha sempre sostenuto che tutto era partito da Hamza. L’aveva guardato male al bar, si erano spintonati, poi il ragazzo aveva avuto man forte dai fratelli Dahak, 22, 32 e 29 anni, spuntati armati da un palazzo. Intanto Otman aveva chiamato il fratello Mohamed perchè facesse da paciere. Era stato Hamza a ferire la vittima al torace, colpi mortali. Imad Dahak ha ammesso di averla colpita quando ormai era già morto. Sahli Dahak aveva sparato, ha sempre sostenuto, ma nel contesto della lite tra le due fazioni. Mentre Mouhsin Dahak ha affermato di essere stato presente solamente nella fase del diverbio iniziale al bar.