
L'arresto di Fabrizio Vitali
Dalmine (Bergamo), 22 gennaio 2017 - Emergono nuovi particolari sull’omicidio della prostituta nigeriana Esther Eghianruwa, 37 anni, conosciuta nell’ambiente come Sofia, freddata con un colpo di pistola alla nuca sabato mattina in una camera dell’hotel Daina di Dalmine. A premere il grilletto della sua Glock 9x21 (detenuta legalmente per uso sportivo) Fabrizio Vitali, 61 anni, di Cerro di Bottanuco, ex operaio. E’ in carcere con l’accusa di omicidio aggravato.
Sembra che i due fino a sei mesi fa e tutto l’anno precedente si vedevano con una certa regolarità proprio al Daina. Lui arrivava con il vespino, lei con la bici, stessa scena di venerdì sera. Poi lui le pagava anche la cena e il pernottamento. Ma ultimamente Fabrizio e Esther avevano cambiato luogo di appuntamento e proprio questo particolare fa insorgere il sospetto che venerdì sera quello fosse proprio un incontro chiarificatore. L’operaio è arrivato con la pistola e ciò lascia pensare che in qualche modo avesse previsto il peggio. Può darsi che abbiano anche litigato. Tutti elementi al vaglio dei carabinieri Compagnia di Treviglio, coordinati dal pm Letizia Ruggeri. E gli inquirenti nelle prossime ora sentiranno i famigliari di Vitali (viveva con la sorella Donatella, ma non si parlavano da tempo), per cercare di ricostruire il movente dell’omicidio. Oggi con tutta probabilità il magistrato conferirà l’incarico al medico legale che dovrà effettuare già in giornata l’autopsia al Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Mentre tra domani e mercoledì ci dovrebbe essere l’interrogatorio di Vitali da parte del giudice delle indagini preliminari. Il suo difensore, avvocato Omar Massimo Egazi lo ha trovato turbato, sotto choc, spaesato. Si è reso conto di aver fatto una cosa grave, ma non ha ancora chiaro quali siano le conseguenze.