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Nicholas ucciso per errore salvò altre vite: incontro fra padre e medico 21 anni dopo

Nicholas Green fu ucciso durante una rapina per errore nel 1994 sulla Salerno Reggio Calabria. Il padre Reginald ha incontrato uno dei medici dell'equipe che con gli organi del bimbo di 7 anni salvarono altre vite

Reginald Green, il babbo di Nicholas.

Bergamo, 13 dicembre 2015 - A 21 anni di distanza dai tragici fatti che videro la morte del figlio Reginald Green e il dottor Stefano Marianeschi si sono visti e abbracciati per la prima volta all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Il primo è il papà di Nicholas, il bambino di 7 anni rimasto ucciso nel 1994 per errore sulla Salerno-Reggio Calabria e in questi giorni è a Bergamo per promuovere la Fondazione che porta il nome di suo figlio. Il secondo è oggi responsabile della Cardiochirurgia pediatrica al Niguarda di Milano ma, 21 anni fa, era uno degli assistenti dell’équipe guidata da Carlo Marcelletti che, al Bambin Gesù di Roma, trapiantò il cuore del piccolo Nicholas.

«Grazie anche a lui - racconta commosso papà Green - il piccolo cuore di Nicholas ha salvato la vita di un ragazzo di allora 15 anni che, altrimenti, non sarebbe sopravvissuto a lungo. Invece, in questo modo, ha potuto non solo vivere, ma fare progetti per la sua vita futura. Io, a differenza del dottor Marineschi, non ho mai visto il cuore di mio figlio: ma so per certo che fosse un cuore puro. E per questo, oggi, vedere le sue mani che quel cuore sorressero in quei momenti, mi causa davvero un’enorme emozione. Nicholas ha dato speranza a tutti, con l’eco che ebbe la sua storia, e non solo alle sette persone che ricevettero i suoi organi». Emozionato anche Marianeschi: «Nel ‘94 ero un giovane medico dell’équipe di Carlo Marcelletti, quando arrivò da Catania il cuore di Nicholas. Allora i trapianti erano rari, ma i Green dimostrarono cosa significano umanità e coraggio. Hanno insegnato a tante persone questi valori e oggi ho l’onore di dirgli grazie di persona»