
Una manifestazione a sostegno della candidatura (De Pascale)
Bergamo, 10 luglio 2017 - «Siamo patrimonio mondiale Unesco». Un telo lungo 13 metri sventola come una bandiera vittoriosa su Porta San Giacomo, il punto d’accesso più suggestivo per l’ingresso alla Città alta di Bergamo. Il logo Unesco anche sui propilei di Porta Nuova, dove già sventolano le bandiere dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. La città di Bergamo festeggia per il riconoscimento delle mura venete come Patrimonio dell’umanità Unesco, tra i cardini di un percorso di fortificazioni che tocca Peschiera del Garda, in Veneto, e Palmanova, in Friuli Venezia Giulia, le coste adriatiche della Croazia fino a Cattaro, in Montenegro. Si tratta dell’undicesimo bene Unesco in Lombardia, regione che custodisce il 20 percento dei beni italiani Patrimonio dell’umanità. Bergamo è stata capofila della candidatura e sede del segretariato per tutto il percorso del progetto.
«L'ingresso nel Patrimonio mondiale Unesco è testimonianza del valore artistico e culturale delle nostre mura», spiega Giorgio Gori, sindaco di Bergamo. «È un risultato molto importante, per il quale abbiamo lavorato con impegno - prosegue il sindaco - ringrazio i sindaci Bruni e Tentorio che, dieci anni fa, hanno creduto in questo sogno». L’opera difensiva che la Repubblica di Venezia costruì tra il 1561 e il 1588 diventa, così, il 53esimo sito Unesco italiano, culminando un percorso intrapreso dal 2007 che ha portato all’inserimento di Bergamo e di altre cinque città (Palmanova, Peschiera del Garda, Zara, Sebenico e Cattaro). Prima dell’assegnazione vera e propria, avvenuta a Cracovia, lunghi passaggi tecnici e consultazioni. La mura sono lunghe 6,2 chilometri, per 5 metri di altezza. Comprendono 14 baluardi, 2 piattaforme, 32 garitte, 100 “bocche” e 4 porte. Numeri vincenti che hanno portato il gioiello di Bergamo a tagliare il traguardo nella città polacca. Le mura custodiscono da più di quattro secoli le bellezze della Città alta, polo turistico di grande attrazione. «Con le mura veneziane salgono a undici i siti Unesco della nostra regione - spiega il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni - dieci materiali più il sito immateriale del “Saper fare il liutaio” riconosciuto alla città di Cremona. La Lombardia rafforza così il proprio primato di regione con il maggior numero di siti Unesco in Italia». Hanno espresso soddisfazione, tra gli altri, anche gli assessori regionali Cristina Cappellini e Claudia Terzi, il deputato del Pd Antonio Misiani. «Le mura, che una volta rappresentavano la chiusura e la difesa della comunità - sottolinea il sindaco Gori - oggi sono simbolo dell’apertura di Bergamo al mondo».