Piario, morti sospette all'ospedale: proroga delle indagini

Il pm chiedertà altri sei mesi per fare luce sulla vicenda di MICHELE ANDREUCCI

Carabinieri in azione a Piario (De Pascale)

Carabinieri in azione a Piario (De Pascale)

Bergamo, 1 maggio 2016 - Il pm Carmen Pugliese, titolare dell’inchiesta sulle morti sospette avvenute fra il 2014 e il 2015 all’ospedale di Piario, si appresta a chiedere una proroga delle indagini di 6 mesi: un passo necessario per fare chiarezza sull’intricata vicenda che sta scuotendo la valle Seriana.

Dopo l'interrogatorio di alcune colleghe di Anna Rinelli, l’infermiera indagata per omicidio preterintenzionale per i decessi provocati da punture di Valium (secondo l’accusa, avrebbe iniettato il medicinale per tenere buoni i degenti durante i turni di notte, ma non voleva ucciderli), in Procura si attende adesso il deposito delle relazioni autoptiche sulle cause della morte di cinque pazienti scomparsi dopo essere stati ricoverati nella struttura e riesumati diverse settimane fa per essere sottoposti ad analisi. I primi esiti hanno certificato la presenza di Valium, ma i consulenti devono ancora mettere nero su bianco le relazioni conclusive. Forse già in settimana, il pm disporrà altre 5 o 6 estumulazioni per ulteriori accertamenti. Intanto hanno destato scalpore all’interno dell’ospedale le parole pronunciate giorni fa da una delle infermiere interrogate in Procura, Paola Bosio, caposala del reparto di Medicina generale, che ora è accusata di peculato, nella cui abitazione i carabinieri di Clusone hanno rinvenuto una dozzina di confezioni di medicinali e un carico di garze, cateteri, siringhe e pannoloni: dei primi la provenienza è certa, riportavano la dicitura prevista per tutti i farmaci utilizzati negli ospedali. La Bosio, secondo le contestazioni, li avrebbe sottratti dal suo reparto; gli altri, invece, sarebbero usciti da una struttura privata della valle Seriana, ma sul punto sono ancora in corso accertamenti.

Alle contestazioni degli inquirenti, la donna ha risposto: «Nei reparti fanno tutti così». Ebbene, Francesco Locati, direttore dell’Azienda socio sanitaria territoriale di Bergamo Est, da cui dipende l’ospedale di Piario, in un’intervista ad un quotidiano locale, ha sottolineato che all’Asst «non sono mai giunte segnalazioni. In ogni caso manteniamo il più assoluto riserbo e aspettiamo la conclusione dell’indagine giudiziaria, in conseguenza della quale ricorrono gli elementi per l’attivazione di un procedimento disciplinare. Comunque, nel Piano di prevenzione della corruzione, l’azienda ha previsto un indirizzo di posta elettronica dedicato, whistleblower@asst-bergamoest.it, al quale indirizzare eventuali segnalazioni». 

di MICHELE ANDREUCCI