
il tribunale di Bergamo
Bergamo, 5 febbraio 2021 - Un camice bianco incaricato del servizio di guardia medica a Treviglio (Bergamo) è finito a processo, perchè accusato di essersi rifiutato in più occasioni di visitare gli utenti del servizio. I fatti risalgono al 2017 e il reato contestato è quello del rifiuto di atti d’ufficio. In un caso, secondo l’accusa, l’imputato, il medico G. K. 55 anni, nato in Albania e residente nella bassa bergamasca, in qualità di addetto al servizio di continuità assistenziale all’Ats di Bergamo - servizio ambulatoriale nella sede di Treviglio (in pratica la guardia medica) - si era rifiutato di visitare una paziente nonostante la donna soffrisse di un’infezione. Come è stato ricostruito dal pm Fabrizio Gaverini, in quella circostanza l’imputato, che ieri era presente in aula assistito dagli avvocati Luciano Di Pardo, Fabio Schembri, e Diego Soddu, del foro di Milano, non avrebbe effettuato la visita, dicendo alla paziente, che si era recata all’ambulatorio (dietro suggerimento dell’operatrice telefonica del servizio) che l’ambulatorio chiudeva alle 19,30. E accompagnandola all’uscita il medico le avrebbe mostrato anche il cartello che indicava l’orario.
In un altro episodio, risalente all’agosto 2017, l’imputato, sempre secondo l’accusa, si sarebbe invece rifiutato di rilasciare un certificato di proseguimento della malattia, sostenendo che il servizio di guardia medica non fosse preordinato al rilascio di ricette e tantomeno di certificati (successivamente la paziente era stata visitata da un altro collega presente nello stesso ambulatorio, il quale rilasciava il certificato). E veniamo al 9 ottobre dello stesso anno. In quella data il medico viene contattato per telefono da una signora per una richiesta di visita domiciliare della suocera. In questo caso, sempre secondo il tribunale, la guardia medica si sarebbe rifiutata di effettuare l’uscita per "problemi relativi al raggiungimento dell’indirizzo dell’abitazione della paziente da visitare", che si trova nel centro del paese. In quella occasione il medico avrebbe detto sarcasticamente "se fosse necessario arrivarci in elicottero".
"Abbiamo dimostrato che tutte le visite che vengono contestate sono state effettuate", ha dichiarato l’avvocato Diego Soddu, uno dei difensori del medico albanese. Il processo è stato aggiornato a maggio con le conclusioni.