Ci vorrà qualche tempo per avere la rielaborazione dei dati raccolti dai sensori che rilevano l’inquinamento luminoso, installati anche sull’osservatorio Zani di Lumezzane, nel Bresciano, ma i primi riscontri sono già negativi. "Oggi l’inquinamento luminoso è peggiorato – spiega Luigi Angelo Cocca (nella foto), referente per questo tema per l’Unione Astrofili Bresciani – per effetto dei Led, installati per ridurre i consumi energetici in sostituzione delle vecchie lampade a incandescenza".
Il punto è che i Led hanno un contenuto elevato di luce blu (fredda), che causa inquinamento luminoso più delle vecchie lampade a incandescenza, che avevano una luce più calda. "Oggi gli impianti di illuminazione nuovi sono tutti a norma – sottolinea Cocca –, ma sono molto luminosi, con flussi di luce anche superiori alle necessità reali. Eppure si potrebbero scegliere i Led ambra, che sono meno fastidiosi, producono meno inquinamento luminoso e sono anche più adatti ai centri storici".
In molte realtà il danno è fatto, perché la sostituzione massiccia fatta negli anni passati, senza tener conto di questo aspetto, si trascinerà ancora a lungo, almeno fino al prossimo “cambio di lampadina”. "Qualche Comune invece inizia a chiamarci per chiedere suggerimento su come evitare di incrementare l’inquinamento luminoso – prosegue Cocca –. Nel Bresciano, ci hanno contattato un paio di comuni, tra cui quello di Bovezzo. Il nostro suggerimento è di usare Led con luce più calda e le fotocellule, in modo che i lampioni si accendano solo al passaggio di pedoni: inutile avere aree illuminate a giorno quando nessuno le frequenta".
Il problema è che, per ora, a protezione del cielo (patrimonio Unesco) c’è un quadro normativo frammentario: in Italia ci sono 18 leggi regionali, ma manca una nazionale. "Ce n’è una depositata da anni – ricorda Cocca –, ma si attende che l’iter riprenda. Ora il quadro è molto frammentato, perché le regole ci sono, ma cambiano di regione in regione". Nel frattempo, chi vuole osservare le stelle, dalle costellazioni a quelle cadenti, deve andare a cercare i pochi luoghi realmente bui ancora rimasti. "All’Osservatorio di Lumezzane abbiamo due serate di osservazione ad occhio nudo delle stelle cadenti – ricorda Cocca – il 10 e il 12 agosto. Il meteo dovrebbe aiutare, perché non sono previste nuvole, altro “nemico” dell’osservazione del cielo notturno".
Federica Pacella