
L'indagine, estremamente delicata, si è avvalsa dell'ausilio di telecamere nascoste (immagine di repertorio)
Bergamo, 30 aprile 2025 – Ha ascoltato la lettura della sentenza a fianco dei suoi difensori. Poi P.M., ex titolare dell’asilo nido privato di via Rosa, ha abbandonato l’aula senza dire nulla. Qualche istante prima il tribunale collegiale l’ha condannata a 4 anni e sei mesi (quanti ne aveva chiesti il pubblico ministero Monzio Compagnoni) per maltrattamenti fisici e verbali su 4 bambini che avevano frequentato il nido chiuso nel 2020 con il Covid (la condanna riguarda gli episodi ripresi dalle immagini delle telecamere che gli uomini della Mobile avevano piazzato nell’asilo durante le indagini e le intercettazioni).
Le attenuanti
Assolta per altri episodi. All’imputata sono state riconosciute le attenuanti generiche equivalenti alle aggravanti. Inoltre una provvisionale di 10mila euro. Il difensore della donna (che aveva chiesto l’assoluzione per la sua assistita) ha già anticipato che ricorrerà in appello. La sentenza rispecchia le conclusioni del pubblico ministero, che nella scorsa udienza, al termine della sua requisitoria, aveva chiesto la condanna senza sconti. Prosciolto il Comune di Bergamo, che era stato chiamato in causa come responsabile civile, a fronte di un risarcimento in solido avanzato dalle parti civili.
Le indagini
A svolgere le indagini sono stati gli agenti della Squadra mobile. Gli episodi contestati sarebbero avvenuti tra il 2012 e il 2016 e poi ancora tra fine 2019 e febbraio 2020. L'inchiesta è partita dopo la denuncia di una mamma che, a ottobre 2019, avrebbe ritirato il figlio di neanche un anno che era stato iscritto il mese precedente. Erano state documentate, da parte dell’ex titolare, continue e ripetute vessazioni nei confronti di alcuni bambini: "condotte maltrattanti, umiliazioni, aggressioni verbali e fisiche”, accompagnate da “indifferenza e trascuratezza dei loro bisogni”.
Immagini e parole
A quel punto vengono installate nell’asilo nido le telecamere. Immagini, riferite agli episodi contestati, che hanno fatto da sfondo a questo processo. E secondo l’accusa ne esce un quadro anche più grave rispetto ai racconti. Ci sono anche le registrazioni, frasi che sono state lette in aula dal pm e registrate in una sola settimana di intercettazioni. Frasi pronunciate dall’imputata nella duplice veste di titolare ed educatrice. Poi arriva la pandemia da Covid, e la struttura chiude.