Lungo corteo tra bandiere e slogan: "Festa di tutti, senza ambiguità"

A Bergamo qualche tensione prima della cerimonia, con un gruppo di attivisti pro Palestina. Il sindaco Gori legge il monologo di Scurati: "La parola antifascista non può essere omessa".

Attimi di tensione ieri mattina alla cerimonia del 25 aprile. A creare scompiglio, davanti al palco allestito in piazza Vittorio Veneto, dove erano in programma i discorsi ufficiali, è stato un gruppo che poco prima aveva sfilato in corteo per le vie della città con bandiere e striscioni pro Palestina, che ha iniziato a intonare slogan contro Israele rendendo difficile ascoltare l’intervento del sindaco Giorgio Gori. Tra il gruppo e la piazza, gremita come non si vedeva da anni, si è frapposto un cordone di agenti della polizia. Tutto si è risolto con un grande nervosismo e qualche spintone.

Il sindaco Gori, come aveva promesso giorni fa sui suoi social, ha letto il monologo di Antonio Scurati censurato dalla Rai. Sostenendo che "il 25 aprile è una ricorrenza senza riserva. Una festa di tutti che chiede un’adesione senza ambiguità. La parola antifascista è una parola che non può essere omessa".

Ospite d’onore della manifestazione l’onorevole Pier Luigi Bersani, acclamato da grandi ovazioni e richiesta di selfie. Pace è stata la parola che ha voluto portare in piazza. "Che sia un 25 aprile basato sulla pace – ha detto – che spetta a noi rinvigorire basandoci sul sacrificio di donne e uomini della Resistenza. Ricordandoci sempre che non c’è democrazia senza giustizia sociale". Bersani ha poi ricordato le sofferenze che stanno provando i cittadini ucraini e palestinesi.

Prima di Bersani aveva preso la parola il presidente della Provincia Pasquale Gandolfi, mentre una studentessa del liceo Secco Suardo e Susanna Facheris per il Progetto Adriana hanno chiuso gli interventi. Alla manifestazione erano presenti anche i candidati sindaci di Bergamo alle prossime elezioni, Elena Carnevali (centrosinistra) e Andrea Pezzotta (centrodestra). Quest’ultimo si è schierato contro una lettura divisiva della Festa della Liberazione. "Per me – ha detto Pezzotta, confuso in mezzo alla gente – è la festa di tutti, i cui valori non sono in discussione. Sono antifascista e non ho nessun problema a dichiararlo".