L’inchiesta “Fake onlus”. Scatta il maxi risarcimento

Dopo un danno un erariale di 5 milioni, provocato alle Prefetture di Lodi, Parma e Pavia

L’inchiesta “Fake onlus”. Scatta il maxi risarcimento

L’inchiesta “Fake onlus”. Scatta il maxi risarcimento

Per un danno erariale di 5 milioni di euro, provocato alle Prefetture di Lodi, Parma e Pavia, scatta un maxi risarcimento. Proseguono infatti le misure conseguenti all’inchiesta del 2019 “Fake onlus”. Gli indagati erano stati accusati penalmente di associazione per delinquere, truffa allo Stato e autoriciclaggio. Accertamento che vedeva al centro una presunta gestione economica illecita, da parte di alcune onlus che si occupano di accoglienza dei migranti, per presunti profitti illeciti per milioni di euro.

Tutto era partito da una segnalazione della Banca d’Italia, la cui Unità di informazione aveva portato all’attenzione una "operazione sospetta" su un conto corrente: con consistenti prelevamenti di contante, disposizioni di bonifico, traenze di assegni bancari e ricariche di carte prepagate.

Oggi prosegue il filone amministrativo parallelo a questa inchiesta. A 11 persone e tre onlus del Milanese si contesta quindi il danno erariale relativo a contributi pubblici, dovuto all’indebito utilizzo di fondi destinati all’accoglienza dei migranti. In base all’indagine, infatti, i sodalizi si sarebbero aggiudicati, nel periodo dal 2014 al 2018, risorse finanziarie per oltre 8 milioni di euro, collegate a 29 bandi di gara. Sarebbero state emesse false fatturazioni per attestare l’erogazione di servizi di accoglienza in gran parte non resi, rendicontare spese in realtà non sostenute e coprire consistenti prelievi di denaro atti a distogliere l’attenzione sulle risorse pubbliche conseguite. La Finanza ha anche scoperto la presunta presentazione del medesimo documento fiscale per le rendicontazioni relative ad aggiudicazioni diverse, l’attestazione di prestazioni lavorative in realtà non rese e l’indebita destinazione di una parte dei fondi per finalità diverse da quelle previste. È così scattato un procedimento della Procura regionale, presso la Sezione Giurisdizionale per la Lombardia della Corte dei Conti. Dopo le indagini della Guardia di finanza di Lodi, la Magistratura contabile di Milano ha notificato un provvedimento di sequestro conservativo, per effetto del quale sono stati sottoposti a vincolo: 9 immobili, 21 autoveicoli, 37 conti correnti, 4 quote di partecipazioni societarie e 9 crediti da rapporto di lavoro.

Paola Arensi