
Susanna Pini guida Ponteranica ed è anche la promotrice e prima firmataria
Bergamo, 22 giugno 2025 – Sale nella Bergamasca la protesta contro il regolamento regionale del 2022, in attuazione di una legge del 2009, che vieta l’esposizione in chiesa, prima dei funerali, delle salme a bara aperta, usanza diffusa in particolare in alcuni paesi montani.
La Regione specifica che i luoghi deputati all’esposizione della salma sono l’abitazione del defunto o dei familiari, la casa funeraria, la camera mortuaria dell’ospedale o l’obitorio del Comune e di recente, in una comunicazione ai sindaci, Ats ha ribadito che “non sono utilizzabili gli edifici di culto per lo stazionamento dei feretri di cadaveri oltre il tempo necessario per i riti funebri”.
Sono stati proprio i primi cittadini a dare il via alla protesta. Sono, infatti, 64 i sindaci orobici – praticamente tutti quelli delle valli Seriana, Brembana e Imagna, ma anche amministratori dell’hinterland di Bergamo e dell’Isola Bergamasca – che hanno deciso di mettere la loro firma alla lettera di richiesta di modifica della normativa regionale.
“Tutti raggiunti tramite il passaparola – spiega la prima cittadina di Ponteranica, Susanna Pini, prima firma e ideatrice della richiesta di audizione inviata alla Commissione Sanità di Regione Lombardia venerdì 20 giugno –. La nostra è un’iniziativa apartitica”.
Una manifestazione di dissenso condivisa con i parroci del territorio. “È una battaglia di valori – sottolinea Pini –. Nel momento di una perdita nei nostri paesi ogni piccolo quartiere si stringe alla famiglia in lutto. I residenti anziani fanno fatica a spostarsi”.
I sindaci firmatari della lettera sostengono che il quadro normativo attuale non solo “limita le scelte delle famiglie, spesso costrette a ricorrere a strutture lontane e costose, ma rischia anche di svuotare di significato il momento del commiato, che per molte persone è anche un fatto collettivo e spesso legato all’esercizio di culto”.