L’eroina del Risorgimento. Una mostra su Clara Maffei

Una mostra al Mat di Clusone celebra Clara Maffei, eroina del Risorgimento italiano. Opere, documenti e ritratti raccontano la vita della patriota bergamasca.

L’eroina del Risorgimento. Una mostra su Clara Maffei

L’eroina del Risorgimento. Una mostra su Clara Maffei

Una mostra documentaristica che offre un ritratto inedito dell’eroina e patriota del Risorgimento italiano, la contessa bergamasca Clara Maffei (1814-1886) che diede il suo appoggio ai moti nazionali con un’Italia ancora da costruire e sotto il dominio austriaco e che raccolse nel suo salotto milanese i più significativi rappresentanti dell’arte e della letteratura del tempo, aperti al nuovo clima patriottico: fu coinvolta nelle Cinque Giornate di Milano, periodo durante il quale si stabilì a Locarlo, dove conobbe Giuseppe Mazzini. È stata inaugurata ieri, sabato 8 giugno al Museo Arte Tempo (Mat) di Clusone, luogo dove la Maffei possedeva una casa e che amò profondamente per tutta la vita, la mostra “Clara Maffei a Clusone. Un’amica a tutta prova“, organizzata dal Comune di Clusone, in collaborazione con il Comitato Clara Maffei (rimarrà aperta fino al 13 ottobre). L’esposizione raccoglie una selezione importante di opere tra quadri, documenti lettere e oggetti e consente vi vivere un’esperienza a tutto tondo nella vita della patriota orobica. Tra le opere esposte, spicca un ritratto di Francesco Hayez che restituisce un’atmosfera tra romanticismo e lotte risorgimentali. Spiega Claudio Rota, curatore della mostra e presidente del Comitato Clara Maffei: "Un certo appannarsi dell’immagine della contessa Clara Maffei iniziò dopo l’unità d’Italia, quando una nuova generazione di intellettuali prese il sopravvento sugli eroi del Risorgimento.Oggi nuovi studi sulla sua persona, cul circolo culturale che la vide protagonista, sulla sua stessa immagine fisica smarrita nelle oleografie, stanno riportando in superficie una donna straordinaria che seppe fare dell’amicizia e delle relazioni la sua guida durante periodo così travagliati come quelli delle nostre guerre d’indipendenza".

Michele Andreucci