La nostalgia dell’Ulivo. A Iseo vecchio e nuovo Pd

La due giorni organizzata dall’ala prodiana del partito e da Fondazione Gimbe. Al centro dei dibattiti i rapporti con l’Europa e la crisi della sanità pubblica.

La nostalgia dell’Ulivo. A Iseo vecchio e nuovo Pd

La nostalgia dell’Ulivo. A Iseo vecchio e nuovo Pd

Sanità, scuola, salario minimo, occupazione femminile, immigrazione. Sono alcuni dei temi al centro del confronto tra politici ed esperti di “Crea! L’Italia che faremo“, la due giorni promossa da un gruppo di deputati e senatori del Partito Democratico di area neoulivista. Tra gli interventi degli esperti, Nino Cartabellotta, presidente Fondazione Gimbe, ha sottolineato "la grave crisi di sostenibilità del Servizio Sanitario Nazionale"; Riccarda Zezza, fondatrice e Ceo di Lifeed ha auspicato un cambio di paradigma negli investimenti sulle risorse umane, a partire dalle lavoratrici; Nando Pagnoncelli, presidente Ipsos Italia, parlando del Pnrr, ha spiegato che "le forze politiche tendono a dividersi rispetto a un piano che dovrebbe rappresentare gli interessi generali". Quanto al partito, Marco Meloni, senatore PD tra i promotori della due giorni, ha evidenziato l’esigenza di avere un PD "in grado di dare una prospettiva di governo progressista e di responsabilità all’Italia. Ma, per arrivare al traguardo, occorre un partito unito e forte". La prospettiva dovrebbe essere un percorso costituente, per unire la visione progressista e la pratica riformista. Sullo sfondo, le prossime elezioni europee e le amministrative in 4mila Comuni.

"Nelle competizioni locali e regionali – ha ricordato Giacomo Possamai, sindaco di Vicenza – il centrodestra parte con una coalizione già fatta e che governa insieme a tutti i livelli, mentre le coalizioni locali nel centrosinistra sono sempre da inventare perché non c’è una coalizione a livello nazionale. È un handicap pesante". Cruciale, è che in Parlamento le opposizioni lavorino per sottolineare le cose che le uniscono, come avvenuto col salario minimo. Anna Ascani, deputata PD e vicepresidente della Camera dei deputati, tra i promotori dell’iniziativa, ha ribadito la posizione fortemente europeista. "Non c’è niente di più anti-italiano che fingere di promuovere a Bruxelles gli interessi domestici per poi chinare il capo ai veti di Polonia e Ungheria. La verità è che senza l’Europa non c’è nessun futuro possibile per l’approvvigionamento delle risorse elementari, energetiche e di base, per il lavoro e la sua tutela, per la pace".