Potrebbero finire in Procura gli ultimi sviluppi del caso Caffaro, seguiti alla comunicazione di indisponibilità dell’azienda a occuparsi della gestione della barriera idraulica. "Il ministero dell’Ambiente era consapevole da tempo del problema – ha detto Devis Dori, deputato di Alleanza Verdi Sinistra già firmatario di un’interrogazione parlamentare sul tema, che ieri ha incontrato azienda, commissario e sindacati insieme ad Angelo Bonelli –: già quando la gara del 2022 è andata deserta avrebbe dovuto preoccuparsi". Il licenziamento di due persone complica tutto. Il commissario straordinario Mario Nova venerdì ha sottolineato che sarà garantita la continuità dell’emungimento, per evitare che la falda entri in contatto con la terra inquinata. "Ma i lavoratori non sono intercambiabili – sottolinea Bonelli – dei due licenziati, uno è un elettro-strumentista. In azienda ne rimane solo un altro: che succederà se, in caso di emergenza, non potrà intervenire? I licenziamenti sono un atto irresponsabile". Il punto, però, è che la situazione poteva essere presa in mano prima. "Non è escluso che andremo a parlare con la Procura", sottolinea Bonelli. Anche sulle risorse per la gestione, il Ministero non avrebbe ancora formalizzato l’impegno comunicato al tavolo regionale. "Il ministro parla di 1-2-3 milioni di euro – evidenzia Bonelli – l’impegno sembra un po’ vago ed ancora manca un atto ufficiale". F.P.
CronacaLa gestione della barriera idraulica: "Pronti ad andare in Procura"
La gestione della barriera idraulica: "Pronti ad andare in Procura"
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