La figlia di Borsellino agli studenti "La mafia è un cancro da togliere"

La città di Bergamo ha scoperto una targa in ricordo delle stragi

Migration

A 30 anni dalle stragi mafiose di via Capaci e via D’Amelio, Bergamo ha incontrato ieri Fiammetta Borsellino, la figlia del giudice Paolo Borsellino ucciso dalla mafia il 19 luglio 1992 in via D’Amelio con 5 agenti della scorta (Falcone venne ammazzato a Capaci). Ieri nel giardino dei Giusti si è tenuta la cerimonia di piantumazione dell’ulivo e lo svelamento della targa in memoria delle stragi mafiose in cui persero la vita Falcone e Borsellino e gli uomini delle scorte. Presente tra gli altri, l’assessora alla pace e all’Educazione alla Cittadinanza, Marzia Marchesi, che si è detta onorata della presenza di Fiammetta Borsellino a Bergamo. "Il padre è stato uno dei simboli più alti della lotta alla mafia", ha sottolineato Marchesi. Borsellino, invece, ha ringraziato per la targa dedicata al padre e al giudice Falcone e ha invitato a "non abbassare la guardia nella lotta alla criminalità mafiosa. Molto resta da fare per debellare questo cancro che attanaglia la società". La cerimonia è stata preceduta dall’incontro che Fiammetta ha avuto con gli studenti nell’auditorium dell’Isis Natta. La figlia del giudice ha portato la sua estimonianza a 250 alunni, chiudendo il percorso "Parole dedicate. Gli studenti incontrano i testimoni della memoria e dell’impegno civile", a cura del Centro di Promozione della Legalità per la Provincia, con l’istituto Natta capofila, Ust, col Comune. M.A.