La città ha dato l’ultimo saluto a Bosatelli capitano d’industria

Tanti i messaggi di cordoglio al funerale del fondatore Gewiss "La fortuna è quando un talento trova un’occasione in un ideale"

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Il gotha imprenditoriale bergamasco, e non solo, e quello istituzionale hanno dato ieri mattina in Duomo, in Città Alta, l’ultimo saluto a Domenico Bosatelli, il fondatore della Gewiss scomparso nella notte tra lunedì e martedì a 88 anni nella sua casa di Cenate Sotto. Presenti, tra gli altri, Angelo Radici, Cristina Bombassei, Pierino Persico, Emilio Zanetti, il presidente dell’Atalanta Antonio Percassi, il patron della Siad Roberto Sestini, il sindaco di Bergamo Giorgio Gori, il vicepresidente di Regione Lombardia Letizia Moratti e Luca Cordero di Montezemolo. Vicino all’altare, introdotti dalla celebre canzone alpina, “Il Signore delle Cime“, erano presenti, listati a lutto, i Gonfaloni di sezione degli Alpini e del Comune e della Provincia di Bergamo. Sulla bara di Bosatelli, erano posati dei fiori bianchi e il suo cappello degli Alpini, tanto amati da Bosatelli. Nei primi banchi, la moglie Giovanna e i figli Fabio, Luca e Matteo.

I funerali, che sono iniziati alle 9,30, sono stati celebrati da monsignor Giulio Dellavite, che nell’omelia ha ricordato così Bosatelli: "Ha portato luce nelle case grazie a quell’invenzione che scorrerà sul dito di milioni di persone. Un tasto di pianoforte al posto dei vecchi interruttori. Tutto questo è stato possibile perchè la luce la cercava dentro di sè, nutrendosi di storia e di storie. La fortuna è quando un talento trova un’opportunità dentro un ideale. E’ questo il principio che Domenico mi ha chiesto di consegnarvi per il suo ultimo saluto". Durante la funzione ha preso la parola anche il figlio Fabio: "Negli ultimi giorni abbiamo percepito la sua serenità. Mi ha detto Fabio, capisco che la vita debba avere un limite e sono sereno". M.A.