Bergamo ricorda le vittime del Covid, Gori: “Valore insostituibile della sanità pubblica”

Alla cerimonia anche i ministri Crosetto e Schillaci: “Onore allo sforzo straordinario di medici, infermieri, sanitari e volontari”

Le autorità che hanno presenziato alla cerimonia in ricordo delle vittime del Covid-19 a Bergamo

Le autorità che hanno presenziato alla cerimonia in ricordo delle vittime del Covid-19 a Bergamo

Bergamo ricorda e onore le donne, gli uomini e i bambini che hanno perso la vita a causa del Covid-19. La provincia fu l’epicentro italiano della pandemia e rimane indelebile, nella mente dei suoi cittadini, il solco lasciato dai camion militari che nel marzo del 2020 portavano le bare dei morti che il cimitero non riusciva più a seppellire, né a cremare. Ed è proprio oggi, a tre anni dal quel passaggio notturno di caduti – nella giornata nazionale dedicata alle vittime – che le autorità hanno posato una corona di fiori rossi e gialli (i colori della città) davanti alla lapide del cimitero monumentale di Bergamo.

La cerimonia è stata presieduta dal sindaco della città, Giorgio Gori, dal ministro della Difesa Guido Crosetto, del ministro della Salute Orazio Schillaci e dell’assessore regionale al Welfare Guido Bertolaso. Ernesto Olivero, il fondatore del Servizio Missionario Giovani, ha letto una preghiera. La commemorazione continua poi al parco Martino Lutero alla Trucca per l'inaugurazione del Bosco della memoria.

“Tre anni fa è accaduto qualcosa di spaventoso. Un virus totalmente sconosciuto ci ha trovati impreparati. Le persone sono morte qui come nei Paesi più avanzati. E però qui, alla luce di quanto è successo qui, in questo Paese e in questa parte del Paese, qualcosa dovremmo aver imparato”, ha detto il sindaco Giorgio Gori, in un discorso in cui ha evitato polemiche e accuse riguardo all'inchiesta sulla gestione della zona rossa ad Alzano Lombardo e nella provincia.

Il sindaco tuttavia ha affermato, accennando alla crescente privatizzazione della sanità, che "dovremmo aver compreso, in generale, il valore insostituibile della salute pubblica, e la necessaria centralità del Servizio Sanitario Nazionale". Il Piano nazionale di ripresa e resilienza, ha ricordato Gori, “ci indica come rafforzarlo, attraverso le Case della comunità e gli ospedali di prossimità. Perché però funzionino non sono sufficienti i muri, servono le persone. Oggi invece i medici sono meno di quanti erano tre anni fa, e così gli infermieri. La rete della medicina generale è più fragile, e così i servizi di pronto soccorso”.

Da qui l'appello ad avere un atteggiamento di “silenzio rispettoso ma operoso volto a far sì che la prossima pandemia non ci debba trovare impreparati. “Signori ministri, caro Guido”, ha concluso, “è così che siamo chiamati ad onorare le vittime che ricordiamo con il Bosco della Memoria, è così che possiamo rendere loro giustizia: evitando che ciò che è accaduto nel marzo del 2020 possa nuovamente ripetersi”.

Si è commosso con la voce rotta il ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo discorso a Bergamo per l'inaugurazione del Bosco della memoria delle vittime del Covid. Schillaci ha ricordato lo "sforzo immane" di medici, infermieri e del personale sanitario, chiamati gli "eroi del Covid, che continuano ad esserlo con discrezione", ha aggiunto con la voce rotta. "Per questo fa male quando subiscono aggressioni".

Una delle cose che ha mostrato la pandemia e il modo in cui Bergamo e l'Italia l'hanno affrontata è che "dalle emergenze non si esce da soli, ma con il concorso di tutti", ha dichiarato il ministro della Difesa Guido Crosetto. Il dramma della pandemia ha mostrato "non solo il dolore della catastrofe ma, in embrione, il riscatto dell'Italia. C'è il volto migliore dello Stato" che non lascia soli i cittadini.

Uno Stato, ha ricordato il ministro della Difesa, fatto di medici e infermieri, operatori sanitari, forze dell'ordine, uno "Stato che ha saputo farsi affiancare dai volontari", uno Stato rappresentato da forze dell'ordine, vigili del fuoco e, appunto, forze armate, impegnate anche nella sanità con l'ospedale del Celio. "La loro azione, insieme alla tenuta del tessuto socio-economico, di cui Bergamo e Brescia sono due degli esempi migliori", ha aggiunto Crosetto, ha permesso di tornare a una "situazione di normalità".