In appello tre anni al collezionista d’arte

Confermata la condanna a carico del manager

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Confermata in appello la condanna a tre anni per Gianfranco Cerea, il manager di 59 anni appassionato d’arte con casa in città, finito a processo per false attestazioni nella voluntary disclosure, la procedura fiscale che consente di fare rientrare in Italia capitali e beni detenuti all’estero senza averlo dichiarato. Per l’accusa Cerea pagò 2 milioni di euro in meno: "Una persona ricca che ha voluto arricchirsi ai danni della collettività, un falsificatore seriale". I suoi difensori, avvocati Luigi Frattini ed Enrico Mastropietro avevano invocato l’assoluzione perché le contestazioni erano infondate. Quindi la decisione di presentare appello che ha confermato la condanna per il manager. Cerea, non un semplice collezionista, tra le sue opere una delle quattro copie esistenti del "Bacio di Hayez", comperato, rivenduto e acquistato di nuovo dalle sue società, fino ad affittarlo a una banca. Una vicenda lunga, in cui non sono mancati contraccolpi.

F.D.