Imputato e parte civile per la “bravata” del rapimento in Turchia

Imputato e parte civile per la “bravata” del rapimento in Turchia

Imputato e parte civile per la “bravata” del rapimento in Turchia

Sarà imputato e parte civile nello stesso processo Alessandro Sandrini (nella foto), il 38enne bresciano rapito nell’ottobre 2016 ad Adana, in Turchia, finito in mano alle milizie jihadiste e tornato in Italia il 23 maggio 2019 con la mediazione dello Stato italiano. Rimbalzata da Roma a Brescia per competenza territoriale, ieri si è aperta l’udienza preliminare. Truffa e simulazione di reato sono i reati contestati all’operaio, che per la Procura organizzò con dei complici quel rapimento per spartirsi il riscatto, salvo poi finire nei guai sul serio perché il sequestro divenne reale. Così Sandrini, un passato di tossicodipendenza e rapine, chiede giustizia, tanto che si è appunto costituito parte civile.

Per l’accusa organizzò la bravata con gli albanesi Fredi Frrokaj, 43 anni, di Flero; Olsi Mitraj, 42, di Gussago; Alberto Zanini, 55, di Mazzano; Ibrahim Hashem Mohamed Hashad; 52enne egiziano di Brescia; Marco Caraffa, 51enne catanese residente in Germania, tutti dal gup. Rispondono a vario titolo di due sequestri con finalità di terrorismo. Frrokaj in particolare, per la Procura il capo, avrebbe indotto a recarsi ad Antiochia non solo Sandrini ma pure il 63enne ex imprenditore di Marone Sergio Zanotti. La scusa nel caso di Zanotti era comprare denari iracheni fuori corso. Ma il viaggio degenerò in una misteriosa consegna agli jihadisti in Siria, da cui fu rilasciato il 5 aprile 2019. Sandrini e Hashad non hanno chiesto riti alternativi e si apprestano alla discussione del rinvio giudizio mentre hanno ottenuto l’abbreviato Frrokaj, Mitraj e Zanini. In sospeso Caraffa per un vizio di notifica. Coinvolte altre tre persone: uno rintracciato a Roma, gli altri due irreperibili. Udienza aggiornata al 19 giugno.

B.Ras.