Impianto fracassone: "Fate una barriera"

Impianto termico troppo rumoroso: a Pontevico, paese bresciano al confine col Cremonese, è dovuto intervenire il Comune con un’ordinanza che impone a proprietà e gestore del punto vendita Brico Ok di realizzare una barriera fonoisolante.

La vicenda era nata dall’esposto di un cittadino residente vicino al centro commerciale, pervenuto al Comune il 17 giugno scorso, a fronte di una situazione che, però, era già nota, visto che nel 2021 la ditta che ha realizzato l’intervento immobiliare avrebbe dovuto montare la barriera. L’azienda aveva comunicato al Comune che l’avrebbe realizzata, ma è risultato alla fine che non è mai stata completata.

A metà aprile, così, il sindaco di Pontevico, Alessandra Azzini, ha firmato l’ordinanza che impone di adottare subito modalità operative per attutire le emissioni rumorose, pena la sospensione dell’attività del punto vendita. In questi giorni si attendono notizie sulla conclusione della vicenda.

È uno dei tanti casi di inquinamento acustico che finiscono sui tavoli dei Comuni. Le situazioni più “calde“, in genere, riguardano le zone della movida. A Bergamo è dei giorni scorsi la notizia di un esposto fatto all’Arpa da residenti della zona di piazzale Alpini, che temono i 40 concerti programmati vicino alla stazione nei mesi estivi.

Non tutti gli esposti si traducono in provvedimenti, perché, oltre alla percezione dei singoli, serve la misurazione del rumore che attesti il superamento dei limiti, compito demandato ad Arpa che, a sua volta, deve essere attivata dai Comuni.

A Gavardo (Brescia), ad esempio, le misurazioni hanno dato ragione ai cittadini che si erano rivolti al Tar per la difficile convivenza con i decibel provenienti dagli spari del poligono di tiro, tanto che il Comune dovrà verificare nuovamente le emissioni sonore.

Federica Pacella