Il Gasp ha firmato il suo capolavoro. Ora le strade potrebbero separarsi

Arrivato nel 2016 il tecnico di Grugliasco ha fatto la differenza. Nelle prossime ore l’incontro in società

Il Gasp ha firmato il suo capolavoro. Ora le strade potrebbero separarsi

Il Gasp ha firmato il suo capolavoro. Ora le strade potrebbero separarsi

Nella storia dell’Atalanta c’è un prima e un dopo. Uno spartiacque, nell’estate del 2016, di nome Gian Piero Gasperini. Prima del 2016 tre qualificazioni europee in 109 anni di storia nerazzurra, negli ultimi otto anni gasperiniani quattro qualificazioni alla Champions, con tre terzi posti e un quarto, tre finali di Coppa Italia, il trionfo in Europa League e ora un ultimo obiettivo da inseguire: un altro terzo posto in campionato, che sarà sicuro con due vittorie interne su Torino e Fiorentina. Gasperini ha cambiato la storia dell’Atalanta in un tandem vincente con Antonio e Luca Percassi. Con un paragone automobilistico si potrebbe dire che i Percassi hanno messo il motore, sempre più potente negli anni con acquisti di giocatori sempre più forti, poi la differenza l’ha fatta il volante, ovvero Gasp. Che ha due enormi meriti: fa giocare bene la squadra e fa giocare bene i singoli giocatori, migliorandoli, anche in ottica mercato.

Prima i risultati. Con il mister di Grugliasco i nerazzurri su 385 partite ne hanno vinte 200, il 52%, ne hanno pareggiate 91 e perse 94. Per cui ogni quattro gare due vinte, una pareggiata e una persa. Compiendo imprese che resteranno nella memoria: in questi sette anni di scorribande europee l’Atalanta ha vinto due volte in casa del Liverpool, perché oltre al 3-0 di un mese fa ad Anfield c’era stato anche un 2-0 nel 2020, e ha colto successi sui campi di Sporting Lisbona, Everton (per 5-1), Ajax, Valencia, Shaktar, Midtjylland, Rakow, Sarajevo, Olympiacos e Leverkusen, già battuto due anni fa prima di asfaltarlo poi a Dublino. Gasp le ha suonate ha tecnici come Klopp, Koeman, Xabi Alonso, Amorim, Soaone, ha fatto vedere i sorci verdi a Guardiola, che coniò la celebre frase per cui giocare contro la sua Atalanta era piacevole come andare dal dentista. Grandi risultati di squadra. E sui singoli giocatori.

In questi otto anni bergamaschi Gasp ha forgiato mezza nazionale italiana (Bastoni, Cristante, Mancini, Pessina), ha domato talenti irrequieti e discontinui come Gomez, Ilicic, Muriel, ha plasmato e lanciato Kessie, Romero, Gosens, Hojlund fino ai gioielli che hanno trionfato a Dublino. Due esempi su tutti dell’arte del maestro Gasp sono Lookman, 18 gol in sei anni prima di venire a Bergamo dove è esploso con 30 gol in un biennio, e il De Ketelaere trasformato dopo l’annata da dimenticare al Milan.

Ora Gasp, dopo otto anni sulla stessa panchina, è ad un bivio: restare rispettando il contratto vigente che lo legherebbe alla Dea fino al giugno 2025 con opzione fino al 2026, e puntare così al record di dieci annate consecutive sulla stessa panchina realizzato dal suo primo maestro Giovanni Trapattoni con la Juventus tra il 1976 al 1986, peraltro negli anni in cui fece esordire in bianconero proprio il 19enne Gasp, allora centrocampista di belle speranze. Oppure chiedere ai Percassi di essere liberato per tentare l’avventura al Napoli, per provare a rifare l’impresa riuscita a Spalletti con gli azzurri.

Gasperini si è limitato alle battute ("Sono in una situazione in cui hai una moglie con tre figli, ma trovi una donna bellissima") e a dire che se dovesse lasciare dovrebbe farlo adesso ("Se uno dovesse trovare un momento per uscire è questo, da vincente"), aggiungendo che il suo futuro andrà chiarito in tempi brevissimi.

Antonio Percassi da parte sua, ricordando il legame contrattuale vigente, ha replicato: "Ci vedremo con lui, ma io sono tranquillo e sereno".

I due si incontreranno forse già oggi, o domani, oppure dopo la gara di domenica contro il Torino o all’inizio della prossima settimana. A Bergamo Gasp giocherebbe la Champions e potrebbe inseguire forse persino lo scudetto con una squadra assemblata in questi anni, a Napoli dovrebbe ripartire quasi da zero, Due sfide entrambe affascinanti. In ogni caso Gasperini ha già fatto la storia nella città dei Mille.

Fabrizio Carcano