Il caso Castella 3 torna ad agitare la zona Est

L'iter autorizzativo per la realizzazione della discarica "Castella 3" a Brescia e nei Comuni limitrofi dura da quasi 10 anni: il 23 settembre si manifesterà per chiedere che non sia autorizzato. Un'ulteriore criticità ambientale per un territorio già compromesso.

Il caso Castella 3  torna ad agitare la zona Est

Il caso Castella 3 torna ad agitare la zona Est

BRESCIA

Una storia che sembra infinita che, tra ricorsi, mobilitazioni, iter autorizzativi va avanti da quasi 10 anni. Il caso “Castella 3” torna ad agitare la zona Est del Comune di Brescia, ma anche i Comuni di Rezzato, Borgosatollo, Castenedolo, che si sono sempre opposti al progetto anche rivolgendosi al Tar di Brescia. La discarica che Garda Uno, multiutility del Benaco composta da Comuni della sponda bresciana del Garda, vorrebbe realizzare (in un’area di sua proprietà) è considerata non solo un’ulteriore criticità ambientale in un territorio già compromesso, ma anche una beffa, visto che i precedenti progetti (Castella 1 e 2) sono stati già bocciati.

"Questo terzo progetto – ricorda Francesco Venturini, coordinatore Codisa Buffalora – è praticamente uguale al secondo. Il 27 settembre ci sarà la conferenza decisoria della Provincia, la decisione dovrebbe essere resa nota una decina di giorni dopo. Il 23 settembre faremo però una manifestazione". La discarica dovrebbe accogliere circa 1 milione di metri cubi di rifiuti speciali non pericolosi; rispetto al precedente progetto, prevede la nascita di un parco tecnologico sul sedime. Ieri sera l’assemblea pubblica, con l’assessore all’Ambiente del Comune di Brescia Camilla Bianchi, Fabio Capra, consigliere comunale da sempre promotore del Parco delle Cave è servita a decidere le nuove forme di protesta. Il 23 settembre si tornerà a manifestare, per chiedere che il progetto non sia autorizzato. L’impianto sarebbe realizzato in territorio di Rezzato, ma a ridosso di Buffalora e proprio del Parco delle Cave, esempio di rigenerazione urbana.