Grumello, imprenditore ucciso in casa: il giallo della lite al telefono

Aveva ricevuto un anticipo sulla cessione delle sue quote della società. Chi lo conosceva non ha dubbi: in casa non teneva contanti. Dubbi sulla rapina

Anselmo Campa

Anselmo Campa

Grumello (Bergamo) - Di chi aveva paura Anselmo Campa? Un vicino di casa, un giovane indiano che abita nell’appartamento accanto a quello dell’imprenditore 56enne, lunedì, vale a dire 24 ore prima che venisse ucciso, lo aveva sentito parlare al telefono con tono acceso. Sembrava stesse discutendo. Per quale motivo? Un’indagine a ostacoli, visto che la vittima era pulita, senza guai pendenti. La questione dei soldi – o meglio degli affari – è una delle ipotesi su cui stanno lavorando i carabinieri del Nucleo investigativo di Bergamo coordinati dal pm Maria Esposito.

Del resto Campa, che dopo la separazione dalla seconda moglie, Sara Belotti, viveva da solo nell’abitazione al secondo piano di via Nembrini a Grumello del Monte, proprio venerdì avrebbe dovuto sottoscrivere la cessione delle sue quote della società Ttg (trattamenti termici galvanici di Cologne) per 600mila euro, di cui 100mila già ricevuti in anticipo. Oltre a lui, in società c’erano la sorella e il cognato, con cui non andava d’accordo. E forse questo era il motivo che può aver spinto Campa a cedere le sue quote.

L’imprenditore era riverso in una pozza di sangue, in parte coagulato (il cadavere è stato scoperto solo mercoledì sera) con il cranio fracassato. È come se l’autore avesse agito sotto l’impulso della rabbia. Al momento non è stato possibile stabilire con quanti colpi; una risposta potrebbe arrivare dall’autopsia in programma al Papa Giovanni XXIII tra martedì e mercoledì. Dagli elementi che emergeranno si potrebbe avere una idea più precisa sullo strumento usato per aggredire l’imprenditore. Gli investigatori parlano di un oggetto acuminato, forse un martello, arma che non è stata ancora trovata.

Oltre a quella degli affari, all’inizio è stata seguita anche la pista del furto o della rapina finita nel sangue. Però i parenti e gli amici del bar Arci di Grumello che l’uomo frequentava tutti i giorni, hanno escluso che tenesse a casa somme ingenti di denaro. È vero che quando i carabinieri sono entrati nell’appartamento di Campa, hanno trovato alcuni cassetti aperti. Ma potrebbe trattarsi di un depistaggio. Si vagliano le immagini delle telecamere che potrebbero aver ripreso l’assassino. Intanto gli inquirenti hanno sentito i parenti stretti, tra cui la sorella e il cognato, la ex moglie, il compagno, un marocchino, la figlia Federica, rientrata dall’Egitto dove lavora come animatrice, e anche il suo ex fidanzato, anch’esso maghrebino. Ma a quanto risulta, dai loro racconti non sarebbe emerso nulla di interessante. C’erano stati degli screzi, niente di più. E così si riparte dalle ultime ore di Campa, la mattina al Circolino. Gli amici lo aspettavano per vedere la partita Inter-Milan di Coppa Italia, ma lui non è più tornato.