Gli agriturismi. Pranzi e cene alla riscoperta delle tradizioni

Nell’anno di Brescia Capitale italiana della cultura in aumento la richiesta di prodotti Doc e Dop.

Il Natale bresciano è all’insegna del ritorno alla terra: per cene e vacanze, è boom negli agriturismi. Nel Bresciano si contano 360 strutture, di cui 200 offrono anche alloggio, per un totale di 4.300 posti letto e novemila posti ristorazione.

Il numero si è assestato dopo la crescita vertiginosa degli ultimi anni e che fa della provincia di Brescia la prima in Lombardia e la terza in Italia.

"Come prenotazioni per i pranzi di Natale siamo al 90% di copertura dei posti – spiega Gianluigi Vimercati, imprenditore agricolo e viticoltore bresciano, titolare di un agriturismo con cantina e fattoria didattica a Ome, nonché presidente sezione agriturismo Confagricoltura Brescia –. Nelle zone più turistiche che sono aperte, si sta andando verso il tutto esaurito. Al di là di questo, però, quello che constatiamo è che, con Capitale italiana della cultura, c’è stata una riscoperta anche dei prodotti agricoli bresciani, Dop e Doc, che ora vengono molto richiesti. Oggi vediamo che, oltre a consumare a tavola i prodotti locali, i clienti chiedono anche di poterli acquistare".

Eredità dell’anno di Capitale italiana della cultura sembra essere quindi la valorizzazione della doppia natura dell’agriturismo, come struttura ricettiva e anche come azienda di produzione agricola.

"Un’azienda su tre ha scelto il prodotto agricolo per fare i regali di Natale – sottolinea Vimercati –. Ora dobbiamo essere bravi a mantenere quanto è stato costruito, ma credo che il lavoro fatto non andrà disperso. Nei prossimi cinque anni, le stime dicono che il trenta per cento dei visitatori venuti nell’anno di Capitale della cultura dovrebbe ritornare: sarà un volano per andare avanti".

Dopo due anni di restrizioni per la pandemia, l’impressione è che ci sia anche la forte volontà di tornare a condividere le feste in un ambiente che è tradizionalmente molto familiare.

"Rispetto agli ultimi anni, vediamo un forte ritorno all’agriturismo – spiega Tiziana Porteri, titolare di una struttura a Bedizzole, nonché presidente di Terranostra Brescia –. C’è maggiore serenità e voglia di condividere queste feste. Molti agriturismi stanno continuando anche a fare l’asporto, che non è scomparso del tutto. Chi ha camere è praticamente pieno, perché si aggancia la cena e il pranzo con il pernottamento e qualche esperienza, come ad esempio il trekking oppure la passeggiata a cavallo".

Fermento in cucina, dunque, dove si preparano soprattutto piatti della tradizione.

"I clienti chiedono soprattutto i piatti tipici – spiega Leda Pegoiani che, col figlio Andrea, gestisce l’agriturismo Valverde a Botticino, nell’hinterland di Brescia –. Dai casoncelli allo spiedo, dagli arrosti al cappone. C’è anche grande interesse nei prodotti agricoli, per sé o per fare dei regali. Si fa un po’ fatica a trovare il personale, ma questa è ormai una costante, anche se pesa particolarmente in questo momento".

Federica Pacella