European Inventor Awards, Giuseppe Remuzzi tra i finalisti

Il 68enne, che lavora nella sede bergamsca del Mario Negri, è considerato un'autorità internazionale nel campo della Nefrologia

Giuseppe Remuzzi (Foto sito internet Istituto Mario Negri)

Giuseppe Remuzzi (Foto sito internet Istituto Mario Negri)

Milano, 26 aprile 2017 - E' considerato un'autorità internazionale nel campo della Nefrologia, autore di 1.300 pubblicazioni, il ricercatore clinici più citato in Italia. Le sue scoperte hanno ridato speranze a migliaia di malati e gli hanno fatto vincere numerosi premi internazionali, tra i quali spiccano il Jean Hamburger Award (2005) da parte della società internazionale di nefrologia; il premio John P. Peters nel 2007 e il premio Isn Amgen Award (2011). Alla collezione di Giuseppe Remuzzi, 68 anni, che nel 1984 ha creato la sede di Bergamo dell'Irccs Mario Negri, dove lavora come coordinatore delle ricerche, potrebbe presto aggiungersi un nuovo riconoscimento, la 12a edizione di European Inventor Awards 2017 per le prestigiose categoria Lifetime Achievement e Industry, il più importante riconoscimento europeo all'innovazione, promosso da European Patent Office, che premia gli inventori delle scoperte scientifiche tecnologicamente più rilevanti che abbiano dimostrato o siano in grado di apportare un impatto sociale ed economico tale da migliorare sensibilmente le condizioni di vita delle persone.

Remuzzi, insieme alle colleghe della sede bergamasca del Mario Negri, Carlamaria Zoja, 61 anni (responsabile del laboratorio di fisiopatologia delle malattie renali) e Ariela Benigni, 61 anni (attualmente capo del dipartimento di biologia molecolare dello stesso istituto), è stato infatti selezionato tra i 15 finalisti del premio, i cui vincitori saranno annunciati nel corso di una cerimonia in programma il 15 giugno a Venezia. Remuzzi e la sua equipe hanno scoperto che l'utilizzo di alcuni inibitori enzimatici, già utilizzati per curare l'ipertensione, possono apportare benefici anche per il trattamento dei malati affetti da insufficienza renale cronica evitando loro la dialisi. Rallentando l'infiammazione del rene, i farmaci prodotti a seguito di questa intuizione costituiscono ormai la base di trattamenti clinici standard per oltre 200 milioni di pazienti al mondo affetti da malattie renali croniche e per coloro che hanno subito un trapianto di reni, intestino o fegato.