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Romano, svaligiano una villa: ritrovato un fucile rubato

Dal numero di matricola del fucile si risaliva al proprietario, residente in provincia di Brescia, e le indagini permettevano di ricostruire totalmente la vicenda

Il fucile sequestrato

Romano di Lombardia, 16 febbraio 2016 - La Polizia scientifica del Commissariato di Treviglio è intervenuta a Romano di Lombardia, per la segnalazione vicino ai binari della linea ferroviaria Treviglio-Brescia di una custodia a forma di fucile. Sul posto è stata infatti rinvenuta e trattata con le apposite sostanze per rilevare eventuali impronte latenti, una custodia per fucile, con protetto all’interno un fucile da caccia semi-automatico Beretta Calibro 12, e cartucce da caccia. L’arma e le munizioni erano state portate quindi presso il laboratorio della Polizia Scientifica del Commissariato e sottoposte alle analisi previste in tali casi, al fine di trovare le tracce delle ultime persone che le avevano toccate. 

Dal numero di matricola del fucile si risaliva al proprietario, residente in provincia di Brescia, e le indagini permettevano di ricostruire totalmente la vicenda. In particolare si rilevava che, ignoti ladri, in piena notte, dopo aver sabotato le prese delle chiavette esterne di attivazione dell’allarme di una villa nell’hinterland di Brescia, facevano dei piccoli fori con un trapano silenzioso vicino alla serratura della porta, aprendo la serratura blindata tramite un apposito ferro ad uncino, accedendo all’interno e, arrivati in silenzio in camera da letto, narcotizzando con una apposita bomboletta spray i due coniugi 40enni già addormentati, che sprofondavano così in una  catalessi che li rendeva totalmente vulnerabili e incapaci di qualsiasi reazione nonostante i forti rumori in casa.

Nel mentre i ladri agivano indisturbati, mettendo a soqquadro l’intera villa, passandola al setaccio con calma, razziando tutti i gioielli e il denaro presenti nell’abitazione. L’unico luogo che riusciva a resistere era l’adiacente  laboratorio di incisioni, in quanto ben blindato e munito di potenti sbarre alle finestre. Riuscivano  però, utilizzando un tubo telescopico di 4 metri munito di gancio, ad afferrare la custodia con il  fucile da caccia, appeso al muro, che riuscivano a passare all’esterno delle sbarre. Non contenti, dopo aver asportato le chiavi, si recavano anche nel garage dove Tornavano quindi da Brescia direzione Treviglio, probabilmente con uno dei primi treni del mattino, con la refurtiva di quella notte e, per un motivo non ancora chiaro, lanciavano dal finestrino del treno in corsa il fucile che cadeva a poca distanza dai binari, nelle campagne di Romano di Lombardia, nei pressi di uno dei campi nomadi della zona.