Villongo, impiegate sotto accusa: "Così alteravano il badge"

Al processo contro le "furbette" del cartellino, la relazione del perito informatico nominato dalla Procura

L'ex impiegata di Villongo, Donatella Chiari

L'ex impiegata di Villongo, Donatella Chiari

Villongo (Bergamo), 12 giugno 2019 - Non con una e-mail spedita dal computer, come era emerso all’inizio dell’indagine (2016) coordinata dal pm Giancarlo Mancusi, ma direttamente dal lettore del badge, quello che una volta veniva chiamata macchinetta per la timbratura dei cartellini e riservata al personale. Per alterare l’ora di ingresso e di uscita, veniva utilizzato il “badge smart,” una sorta di carta speciale che permette di variare l’ora (in uso, pare, nell’ufficio di ragioneria, dove lavoravano all’epoca le imputate). Poi, dopo la modifica, veniva fatto “strisciare” il badge personale e il gioco era fatto. Un trucchetto semplice semplice e nessuno si accorgeva dell’alterazione.

A spiegarlo ieri mattina in tribunale al processo contro le “furbette” del cartellino, è stato il perito informatico forense nominato dall’accusa che ha parlato per circa un’ora. Le “furbette” sono due: l’impiegata Donatella Chiari, 46 anni, di Chiari (non lavora più per il comune di Villongo) che il 17 aprile, assistita dall’avvocato Stefania Amato, ha patteggiato un anno e mezzo con la sospensione della pena per la vicenda dei falsi certificati medici che le avrebbero consentito indebitamente di non presentarsi al lavoro; e la collega Marianna Soggetti, 43 anni, di Sarnico, assistita dall’avvocato Emilio Gueli.

Devono rispondere di truffa, alterazione del sistema informatico e falso. Davanti al giudice Anna Ponsero, il perito ha parlato delle anomalie che ci sono state e per questo ha elencato tutta una serie di numeri, di alterazioni e variazioni negli orari. Alla Chiari viene contestato il fatto di aver attestato falsamente la sua presenza in ufficio per 14.320 minuti (pari a 238 ore e 40 minuti) alterando il registro delle presenze relativamente a 87 giorni di lavoro; alla Soggetti di aver attestato falsamente la sua presenza in ufficio per 9.609 minuti, pari a 50 giorni di lavoro. Prima del perito, aveva testimoniato una collega. Prossime udienza in programma il 30 ottobre, con gli ultimi testi della difesa, e il 4 dicembre con l’esame, se lo vorranno delle imputate.