Fase 2 a Bergamo, ora vince la paura. E c’è chi non ce la fa dopo il lockdown

Luciano Calì ha riaperto solo per salutare i clienti, visto che a fine mese chiuderà definitivamente. Il lockdown e le norme anti covid gli hanno inflitto il colpo di grazia

Il parrucchiere Luciano Cali chiude a fine mese

Il parrucchiere Luciano Cali chiude a fine mese

Bergamo, 19 maggio 2020 - Prudenza. Questa la parola che ha contraddistinto la fase “due-bis” a Bergamo, che è scattata ieri e che riguarda soprattutto commercio, ristorazione e servizi alla persona, per un totale di circa 50mila addetti. Nei negozi che hanno riaperto, infatti, non c’è stata nessuna fila o ressa all’ingresso, così come è avvenuto nei mercati all’aperto (in quello del lunedì in via Spino e in Piazzale Alpini in tutta la mattinata sono transitate un centinaio di persone) e nei centri commerciali, come Oriocenter e le Due Torri di Stezzano. Insomma, nonostante la voglia di lasciarsi alle spalle il periodo nero e ripartire, i bergamaschi sembrano avere ancora timore del Covid-19. In via XX Settembre molti commercianti hanno ripreso la propria attività, ma ieri erano ancora molte le saracinesche abbassate. "Non siamo ancora pronti", hanno spiegato diversi negozianti. Non tutti, però, hanno riaperto sotto i migliori auspici. Come Luciano Calì, parrucchiere da 53 anni in Borgo Santa Caterina con il suo negozio, che ha riaperto solo per salutare i suoi clienti, visto che alla fine del mese chiuderà definitivamente i battenti: le otto settimane di lockdown e le norme di sicurezza da adottare gli hanno inflitto il colpo di grazia.

«In questi due mesi – spiega – non ho guadagnato e ora gli investimenti che dovrei fare dal punto di vista della sicurezza per continuare a tenere aperto sono davvero troppi". Ieri ha riaperto anche il cimitero Monumentale e la sua chiesa, divenuta tristemente nota perché per molte settimane ha fatto da camera mortuaria ospitando centinaia di bare che poi sono state trasportate dai camion dell’Esercito in altre città per la cremazione. In accordo con i frati, potranno assistere alle funzioni religiose solo 70 fedeli. Chi entra nel cimitero deve indossare la mascherina e gli sarà inoltre misurata la temperatura. Anche l’aeroporto di Orio al Serio è stato riaperto al traffico passeggeri. Il primo volo di linea atterrato, ieri alle 6,51, è stato un Wizz Air proveniente da Sofia con 113 passeggeri. Da ieri è scattata dunque una boccata d’ossigeno per molti commercianti. Ma da Ascom Bergamo arriva un segnale d’allarme. "Almeno un esercizio su dieci non riaprirà, perché è senza i mezzi economici per farlo – avverte il direttore Oscar Fusini –. Per bar e ristoranti, si pensa che tre locali su dieci chiuderanno durante l’anno. A fine estate e a fine anno si faranno i veri conti del prezzo pagato in questa emergenza dal nostro settore".