
Famiglie spezzate. Malattie e violenze. Nembro, l’ultimo caso di una scia di sangue
Matteo Lombardini, 35 anni, dopo un primo passaggio in carcere ora si trova in ospedale, al Papa Giovanni XXIII, nel reparto di Psichiatria. Piantonato. In un altro reparto si trova sua madre Maria Angela Stella, casalinga, 66 anni. È stata operata d’urgenza sabato sera per le coltellate che il figlio le ha inferto: è in prognosi riservata. Nella camera mortuaria dello stesso ospedale il corpo del padre di Matteo, Giuseppe Lombardini, pensionato, 72 anni, ex responsabile dell’ufficio personale della Bas, già presidente della Casa di riposo Martino Zanchi, di Alzano Lombardo, e catechista fino a qualche anno fa. In attesa dell’autopsia che dovrà accertare con quanti fendenti è stato ucciso dal figlio al culmine di una lite violenta degenerata e finita nel sangue. E il bilancio poteva essere ancora più grave.
Una tragedia famigliare che ha "risparmiato" la sorella di Matteo, Chiara, 30 anni, mamma da circa un mese: sposata non abita a Viana di Nembro. Dopo il matrimonio ha lasciato l’abitazione al 3° piano di via Rossini, al civico 15 dove abitano i genitori con il fratello. Deve essere stato uno choc quando sabato Matteo l’ha chiamata al telefono, le ha passato la mamma che le ha raccontato quello che era successo: un macello. "Ho fatto un macello, è colpa loro, mi hanno provocato", ripeteva. Che provocazione? Cosa gli hanno rimproverato i suoi al punto da farlo scattare come una molla? Pare che già nel primo pomeriggio in casa c’erano stati degli attriti che evidentemente erano stati smaltiti del tutto, visto il seguito all’ora di cena. È accertato che Matteo avesse problemi psichici di cui soffre da tempo, dal 2009 (aveva già tentato di ferire il padre, che all’ultimo aveva ritirato la denuncia). Il 35enne, che deve rispondere di omicidio e tentato omicidio, è assistito d’ufficio dall’avvocato Avilia di Bergamo. Già oggi dovrebbe tenersi l’interrogatorio di convalida davanti al gip. Il 35enne, se lo vorrà, e soprattutto se sarà in grado di sostenere il confronto, potrà fornire la sua versione dei fatti. Spiegare cosa è accaduto sabato sera con i genitori. A meno che il suo legale non opti per un’altra via, quella di avvalersi, che gli consentirebbe di prendere tempo per leggere le carte e studiare la strategia. Anche perché ci sono ancora lati oscuri in questa vicenda. Nel frattempo proseguono gli accertamenti da parte dei carabinieri della Compagnia di Bergamo, coordinati dal pm Pansa. Occorre chiarire le circostanze in cui è maturata la tragedia, accertare i problemi di cui soffre il 35enne, se e fino a quando è stato in una struttura per curarsi. F.D.