FEDERICA PACELLA
Cronaca

Emergenza abitativa da pregiudizi Penalizzate le categorie più fragili

Ad avere i maggiori problemi gli ex detenuti e le donne vittime di violenza messe sotto protezione .

Emergenza abitativa da pregiudizi Penalizzate le categorie più fragili

di Federica Pacella

Con il mercato privato bloccato e l’offerta pubblica che fatica a rispondere alla domanda di affitti, l’emergenza abitativa rischia di penalizzare soprattutto i più fragili. È il caso, ad esempio, delle donne vittime di violenza messe in protezione (spesso insieme ai figli) che, dopo la fase di emergenza, dovrebbero poter ricostruire una vita autonoma, lontana dal maltrattante.

Secondo i dati forniti da Viviana Cassini, presidente Casa delle Donne Brescia nel convegno “La giusta casa” promossa dal Forum del Terzo Settore Brescia, solo nei Cav della provincia ci sono 140 donne in attesa di poter accedere all’autonomia abitativa. Per gli alloggi pubblici, al di là dei numeri che non coprirebbero tutta la domanda, molte sono penalizzate dal dover presentare l’Isee congiunto con il partner da cui pure si sono allontanate (si sta cercando di risolvere il problema con Regione). Il grosso scoglio è anche nel mercato privato.

"I proprietari – sottolinea Cassini – chiedono garanzie molto alte. Servono affitti calmierati e la possibilità di costruire un fondo di solidarietà che permetta alle associazioni di fare da garante". Difficoltà a trovare casa, soprattutto per effetto dei pregiudizi, la riscontrano anche gli ex detenuti (come testimoniato da Vol.ca) e i richiedenti protezione internazionale, sia nell’accoglienza che nel percorso di integrazione e autonomia.

"In 8 anni che ci occupiamo di accoglienza, solo una famiglia è riuscita ad avere un contratto d’affitto nel mercato privato direttamente intestato – racconta Benedetta Verità, amministratrice delegata di Comunità Fraternità - nessun altro percorso ha avuto sbocco nel mercato degli affitti nonostante condizioni lavorative dignitose. Questo porta al mercato nero, con situazioni in cui 7, 8 persone vivono insieme e fanno i turni per dormire: non certo la premessa per percorsi di integrazione. I Sai hanno fondi per aiutare a pagar l’affitto, ma non possono usarli perché non viene data la possibilità: ci sono troppi pregiudizi". Eppure solo a Brescia città ci sono 16.353 case vuote, il 15% del patrimonio immobiliare. "A chi segue il disagio abitativo, chiederei di leggere dall’altra parte anche le aspettative di un giusto guadagno di chi ha una casa, ereditata o acquistata magari per integrare la pensione" replica Leonardo Pappalardo, presidente Uppi (Unione piccoli proprietari immobiliari).