ARNALDO LIGUORI
Cronaca

Nella Bergamasca si consumano 12mila dosi di droga al giorno: boom di eroina dopo la pandemia

In provincia l’uso di stupefacenti pro-capite è più che a Milano. I dati basati sull’analisi delle acque reflue preoccupano le autorità: “Sta cambiando il consumo”

Nascosta in bella vista tra città, paesi e paesini della Bergamasca, s’infiltra sempre più nel tessuto sociale il veleno della droga. Ogni giorno, nella provincia orobica si consumano più di dodicimila dosi di stupefacenti: ogni mille abitanti, trenta ne fanno uso quotidianamente. Negli ultimi anni, alle più conosciute sostanze come la cocaina (e qui ne gira più che a Milano) o la cannabis, si mischiano le più moderne droghe sintetiche

Nella pianura di Bergamo vengono consumate ogni giorno circa 2.850 dosi di cocaina, 8.800 di cannabis e 450 di eroina. I dati sono stati pubblicati dall'Associazione Genitori Antidroga, in collaborazione con l’Istituto di Ricerche Farmacologiche “Mario Negri”. Il consumo pro-capite di droga, come anticipato, è di 30 dosi ogni 1.000 abitanti. Non solo il dato è superiore a quello della provincia di Milano, ma è in continua crescita: nel 2017 le dosi erano 18, nel 2019 erano 30.

L’indagine e il boom dell’eroina

L’indagine si fonda su una serie di monitoraggi delle acque reflue non trattate in ingresso al depuratore Cogeide di Mozzanica. Dal loro esame è stato possibile ricavare dati oggettivi sui consumi di droga in 18 Comuni della pianura che comprendono una popolazione complessiva di circa 90 mila abitanti. 

Preoccupano, in particolare, i consumi di eroina. Fino al 2019 erano insignificanti, ma dal dal 2020 – anno di inizio della pandemia – hanno iniziato a crescere. Oggi si consumano cinque dosi al giorno ogni mille abitanti.

Droga in Lombardia

La Lombardia è il primo mercato nazionale del traffico di stupefacenti. Qui viene sequestrato un sesto della droga intercettata in Italia e si regista la maggiore incidenza di minorenni e di stranieri segnalati per spaccio. Con queste premesse non sorprende che sia la prima regione per numero di tossicodipendenti in cura (quasi 19 mila).

Secondo uno studio del 2016, circa il 13 per cento dei lombardi fa, almeno saltuariamente, uso di droghe. La metà dei consumatori sono ragazzi dai 16 ai 24 anni, i restanti hanno quasi tutti meno di 55 anni.

Il ruolo della ‘ndrangheta

A dominare il traffico italiano degli stupefacenti in Lombardia è la ‘ndrangheta. L’organizzazione mafiosa calabrese è in ascesa da oltre un decennio: è l’unica mafia al mondo presente in cinque continenti, controlla i maggiori depositi di stoccaggio di droga d’Europa ed è la più influente nel traffico della cocaina proveniente dal Sud America.

In Lombardia è parecchio tempo che non si parla più di “infiltrazione” della ‘ndrangheta, ma di “radicamento”, cioè di una presenza stabile, costante e integrata nel tessuto politico, sociale ed economico. Da tempo, l’autorità giudiziaria ha accertato la presenza “inequivocabile” di cosche – ‘ndrine in gergo – a Milano, Bollate, Cormano, Pavia, Corsico, Mariano Comense, Seregno, Giussano, Desio, Rho, Pioltello, Legnano, Erba, Bresso, Limbiate, Canzo, Solaro, Fino Mornasco, Cermenate e Calolziocorte.

Cambia il consumo

Il modo di consumare droga sta mutando al passo coi tempo. “La società sta cambiando. Le nostre città stanno cambiando e con esse anche il mondo dei giovani, soprattutto dei minori”, ha dichiarato il presidente del Consiglio regionale, Federico Romani. “I casi di difficoltà nella gestione delle relazioni sono condizioni che rischiano di avvicinare i più giovani e i più fragili al mondo delle dipendenze. Insegnanti, genitori, educatori e studenti devono prendere posizione di fronte a fenomeni di emergenza sociale, come la droga, rifiutando l’indifferenza”.

Il ruolo di Regione e Ats

“Prevenzione e contrasto alla droga sono priorità sociali per le quali la Regione, Ats Bergamo e tutti soggetti preposti sono in campo con interventi diversificati e diffusi sui territori”, ha detto l'assessore regionale alla Casa e Housing sociale, Paolo Franco. “La Regione – ha proseguito – si attiva per l'analisi del bisogno, per poi procedere con la programmazione pubblica degli interventi in modo da implementare i servizi. In quest'ottica Ats Bergamo, in collaborazione con Asst e privato sociale, mette in campo attività rivolte ai giovani nelle scuole e nei luoghi di ritrovo. Negli istituti scolastici sono attivi quattro progetti suddivisi per grado scolastico ed età dei ragazzi, così da veicolare il messaggio con le modalità e il linguaggio più consono”.