
La protesta davanti al provveditorato
Bergamo, 5 gennaio 2018 - A Bergamo sono a rischio mille docenti. La sentenza emessa dal Consiglio di Stato, il 20 dicembre, ha stravolto il percorso di migliaia di diplomati magistrali, alcuni dei quali hanno presidiato il Provveditorato di Bergamo, in via Pradello, guidati dai sindacati. «Questa sentenza ci sbarra la strada, molte di noi sono a ruolo e ora rischiamo di regredire nelle Graduatorie di istituto, in altre parole si ritorna al precariato», commenta Lorena Fiorito.
La sentenza pronunciata dal Consiglio, infatti, non riconosce ai docenti che hanno conseguito i diplomi magistrali entro il 2001, non solo il diritto di insegnare ma nemmeno la possibilità di essere inseriti nella graduatoria a esaurimento, nonostante sette sentenze precedenti decretassero il contrario. «A breve saremo ricevute dalla dirigente dell’Ufficio scolastico territoriale di Bergamo, Patrizia Graziani, che nel frattempo dice di esserci vicina», sostiene Teresa Lauriola. «Siamo di fronte a una situazione che lede i diritti dei lavoratori e la continuità didattica nelle scuole», rincara il segretario generale di Cisl scuola Bergamo, Salvo Inglima.
Il rosultato? Decine di migliaia di insegnanti in tutto il Paese - molti dei quali già a ruolo - della scuola dell’infanzia e della scuola primaria rischiano di essere depennati dalla Graduatoria. «Nonostante la mia forte delusione rispetto a questa sentenza, ho voluto presidiare e sostenere i miei colleghi con lo scopo che l’anno scolastico venga concluso normalmente», spiega l’insegnante Laura Metalli. Molte, dunque, le preoccupazioni, le domande senza una risposta ma anche le speranze affinché una decisione politica impedisca che, nonostante i progressi ottenuti in graduatoria, molti insegnanti vengano nuovamente destinati a una carriera di precariato.
«Ho fatto tanti sacrifici per passare da precaria a insegnante di ruolo: corsi di aggiornamento, un anno di prova e settanta chilometri di strada ogni giorno», racconta amareggiata Simona Parisi, maestra presso la scuola primaria di Lovere. Ma la delusione ha lasciato invece spazio alla voglia di dar battaglia dei mille docenti bergamaschi, che lunedì convoglieranno a Roma, per la manifestazione nazionale, per esprimere il proprio dissenso, in merito alla sentenza del Consiglio di Stato. «Sarò in prima linea. Ci siamo noi, ci sarà Roma, ci sono i presìdi negli uffici scolastici territoriali di Milano, Torino e Bologna»,sottolinea Alessio Colleoni.