Covid, a Bergamo torna la paura. Gori: "Chiusure selettive per province purché tempestive"

Dopo i focolai di Trescore e Arcene, il primo cittadino del capoluogo avverte: "Probabile che il numero dei contagi torni a salire'

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Bergamo, 22 febbraio 2021 - Scendono i contagi in Bergamasca, dove il bollettino Covid di ieri ha fatto registrare 184 nuovi positivi in 24 ore, ma non si allenta il timore di possibili fasce rosse in comuni come Trescore, dove nei giorni scorsi è accertato un cluster familiare, mentre Arcene ha vissuto l'incubo a causa di un sospetto focolaio in una scuola. Proprio Arcene, 4.800 abitanti nella Bassa Bergamasca, per giorni è stato il principale centro di diffusione in questa ondata. A inizio della scorsa settimana si contavano 50 positivi in un'escalation di contagi che aveva spinto il sindaco Roberto Ravanelli a chiudere la scuola media e interrompere le lezioni in presenza nella secondaria, mentre alla primaria sono rimaste in quarantena le classi con alunni positivi. Ma il sindaco invita a non abbassare la guardia e sottolinea che sono in corso gli accertamenti per stabilire se si tratti della variante inglese. 

L'invito alla prudenza, dopo le immagini di assembramenti del weekend, arriva anche dal sindaco di Bergamo Giorgio Gori, che ieri, intervendo a Che Tempo,che fa su Rai3, ha rilevato: "Abbiamo bisogno di qualcuno che ci guidi, io ho fatto più volte appello al buonsenso, alla prudenza dei miei cittadini, ma serve qualcuno che ci dica cosa si può fare. E credo che sia difficile in queste ore deciderlo, so che c'è una discussione anche tra Governo e Regioni, perché c'è la novità delle varianti, dei nuovi ceppi che arrivano da altri paesi, e sembra che non siano più pericolosi ma sono più velocemente trasmissibili e quindi è probabile che il numero dei contagi torni a salire''. Gori si è poi esprtesso a favore delle micro chiusure: "Chirurgicamente' si può fare: per esempio questa settimana la regione Lombardia ha messo in zona rossa quattro comuni, sembrava impossibile un anno fa che la Regione decretasse la zona rossa e invece questa cosa si è fatta. E forse si può anche pensare a delle chiusure selettive per province purché siano tempestive".

Intanto l'ex pilota di motociclismo vincitore in carriera di 15 titoli mondiali, Giacomo Agostini,  lancia l'allarme: "A Brescia si respira grande preoccupazione, i contagi salgono e scendono, non si sa più cosa fare. Io adesso vivo a Bergamo e la situazione è la stessa, è stressante per tutti dopo un anno così". 

E non è un caso che nella lettera-ultimatum inviata dagli operatori funerari al ministro Speranza per chiedere "20-30 mila dosi per garantire la tutela degli addetti delle circa 6.000 imprese funebri" italiane. O sarà "serrata", viene citato il caso Bergamo, dove "su poche decine di attività funebri il settore ha pagato il prezzo di oltre 4 decessi e numerosi casi di terapia intensiva nello svolgimento delle loro funzioni".