Il Covid ci è costato 4 miliardi, a Bergamo curati 5mila pazienti

I costi dei dispositivi di protezione introvabili e con prezzi esorbitanti a inizio emergenza hanno pesato sul bilancio insieme alla gestione delle cure

Terapia intensiva Covid

Terapia intensiva Covid

Bergamo -  La sfida alla pandemia portata avanti in questi due anni presenta, come era inevitabile, un conto economico salato per quanto riguarda il versante sanitario. Secondo le cifre fornite dall’assessorato al Welfare di Regione Lombardia, il sistema sanitario regionale ha speso 3 miliardi e 952 milioni di euro: 2 miliardi e 182 milioni sono stati investiti nel 2020, quindi un altro miliardo e 770 milioni nel 2021.Il conto economico della lotta al Covid nella Bergamasca ammonta invece a 400 milioni di euro.

L’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, per fare un esempio, ha accolto in questi due anni oltre 5mila pazienti (di cui un migliaio in Terapia intensiva), diventando nella prima ondata il più grande ospedale Covid d’Europa. L’Asst Bergamo Est, impegnata nella Valle Seriana, il territorio che ha pagato il tributo più alto di vittime, ha curato invece oltre 3mila persone nei suoi presidi ospedalieri. Curare un paziente Covid è una sfida a tutto tondo, e il conto economico comprende i costi vivi delle terapie farmacologiche, l’utilizzo dei macchinari, le risorse umane impiegate nella gestione di ogni paziente. Un letto di terapia intensiva costa circa 2mila euro al giorno, in reparto ordinario si scende a circa 500 euro al giorno. Solo il primo mese e mezzo di quest’ultima ondata era costato quasi 3 milioni e mezzo per il Papa Giovanni XXIII, e 1,4 milioni per l’Asst Bergamo est (1,8 milioni includendo anche i pazienti positivi ma in cura per altre patologie). Tra le voci numericamente ed economicamente più impattanti, c’è la distribuzione di quei dispositivi di protezione individuale introvabili, e dai prezzi esorbitanti, a inizio pandemia.

La relazione che accompagna il bilancio preventivo 2022 dell’Ats fornisce una panoramica ampia su questo fronte: Ats ha consegnato nel 2020, più precisamente tra il 28 febbraio e il 30 novembre, a medici di medicina generale, pediatri, Usca, Ambiti, Rsa, Rsd, Adi e realtà simili un totale di 2.224.586 mascherine chirurgiche, 375.621 Ffp2, 2.894 Ffp3, 105.263 camici, 1.520 saturimetri, 187.562 guanti, 407 respiratori C-pap, 19.874 copricapi, 18.785 sovrascarpe, 79.598 occhiali o visiere. Nel 2021 si sono aggiunte 920.242 mascherine chirurgiche, 380.820 Ffp2, 8.580 Ffp3, 232.500 camici, 37 saturimetri, 920miloa guanti, 6,300 copricapi, 9.400 sovrascarpe, 60.690 occhiali o visiere. E a proposito di mascherine, la Struttura commissariale nazionale ne ha inviate quasi 45 milioni alle scuole bergamasche. Fronte tamponi: sono oltre 3 milioni i tamponi effettuati in Bergamasca da inizio pandemia (compresi quelli erogati privatamente). E ancora. Ats, si legge sempre nel bilancio di previsione, ha effettuato 895 interventi di sanificazione nel 2020 e 1.008 nel 2021. Senza dimenticare le vaccinazioni: in Bergamasca ne sono state inoculate più di 2,5 milioni di dosi.