Covid, lavoro e infortuni: il dazio è pesantissimo

Bergamo prima per numero di vittime (38), peggio di Milano e Brescia Si nota anche la decisa diminuzione di incidenti durante il lockdown

Un'infermiera si protegge

Un'infermiera si protegge

Bergamo, 8 gennaio 2021 -  Una diminuzione del numero totale degli infortuni nel periodo gennaio-ottobre, causa anche il lockdown, ma un deciso aumento per quanto riguarda invece l’incidenza del Covid sulle malattie professionali: la pandemia ha colpito duro tra gli operatori sanitari, medici e infermieri in testa, ma anche tra gli addetti delle onoranze funebri e delle imprese di pulizie. E’ quanto emerge leggendo gli ultimi dati relativi al 2020 forniti dall’Inail. Dall’inizio dell’anno al 31 ottobre la provincia di Bergamo ha contato 9.652 denunce di infortunio (terza in Lombardia dopo Milano e Brescia), contro le 11.555 dello stesso periodo del 2019 (i numeri sull’esito mortale dell’infortunio sono invece tragici, con ben 42 decessi contro i 15 dello scorso anno). Se si va, però, ad analizzare le denunce da infortunio per Covid-19, solo a Bergamo, dove il virus ha provocato complessivamente 3.300 morti, ne sono state registrate ben 2.542, delle quali 38 con esito mortale.

La provincia orobica è terza per numero di infortuni provocati dal coronavirus dietro le solite Milano e Brescia, ma risulta al primo posto per il numero altissimo di vittime, l’11,4% del totale lombardo (38 deceduti appunto contro le 27 vittime di Milano e le 25 di Brescia). Un altro dato che fa riflettere è rappresentato dal 72% del numero di infortuni che in Lombardia hanno riguardato le donne lavoratrici, che per due terzi ricadono nella fascia d’età compresa tra i 35 e i 64 anni.

«In particolare la Bergamasca – sottolinea Luigi Feliciani, che ha appena concluso il proprio mandato come presidente provinciale dell’Anmil e riveste ora la carica di vicepresidente nazionale dell’associazione nazionale mutilati e invalidi civili – ha pagato un duro prezzo alla pandemia. Se negli scorsi anni registravamo la maggior parte degli infortuni nell’edilizia e nell’industria, quest’anno le denunce hanno riguardato principalmente le malattie professionali nel settore sanitario, con gli operatori impegnati sul campo, tecnici della salute, operatori sociali, medici e infermieri i più colpiti. Non dobbiamo dimenticare anche altre professioni, molto colpite perchè legate indirettamente all’emergenza sanitaria, come gli operatori delle onoranze funebri e gli addetti alle pulizie. Il nostro impegno prosegue nel sostegno di tutte le categorie di lavoratori che tutti i giorni, grazie al loro apporto, sono in prima linea contro l’emergenza sanitaria. L’auspicio è che, con l’avvento del vaccino, si possa finalmente debellare questo terribile male che ha causato così tanti lutti nella nostra terra. Sono fiducioso, anche se temo che la strada sia ancora lunga".