
Consulenza ai Caaf
È una fotografia della nuova povertà post Covid quella che emerge dall’analisi delle domande di compilazione dell’Isee in provincia di Bergamo, cresciute in maniera esponenziale, secondo l’osservatorio e il dipartimento welfare della Cisl.
Dai dati Inps, nei primi quindici giorni di agosto i Caf hanno inviato il 70% di pratiche in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, a luglio il 30% in più. Complessivamente sono già state elaborate l’85% delle dichiarazioni inviate in tutto il 2019. Per quanto riguarda il Caf Cisl di Bergamo, il raffronto segna un aumento del 10% delle pratiche portate a buon fine. E i dati che emergono sono ben poco rassicuranti. Quasi la metà delle oltre 10 mila domande riguarda cittadini con fascia di reddito inferiore ai 9.360 euro.
"Una nuova povertà – hanno sottolineano Mario Gatti, segretario Cisl Bergamo, e Caterina Delasa, segretaria generale Fnp Cisl provinciale –: famiglie che negli ultimi sei mesi sono precipitate in una condizione di difficoltà quotidiana a far quadrare conti e bollette. Il mercato del lavoro per queste persone è diventato quasi inesistente. Con l’aggravante che, magari, il loro ultimo Isee non è così basso, perché l’anno scorso hanno lavorato in modo precario ma continuativo. Altri hanno diritto alla cassa integrazione, ma in attesa di riceverla si sono ritrovati senza un euro. E poi ci sono le partite Iva, i giovani, i precari".
La solitudine è uno degli aspetti più presenti nella fascia di povertà: quasi il 32% dei richiedenti sotto i 9.360 euro vive da solo. Supera il 40% se si analizzano solo le domande di Bergamo città. "L’obiettivo indispensabile – affermano i sindacalisti Cisl – è che si arrivi alla totale copertura dei costi per servizi sociali e sanitari per le famiglie sotto la soglia dei 9mila euro. Almeno 50mila nuclei non possono usufruire di nido, assistenza familiare o domiciliare". F.D.