REDAZIONE BERGAMO

Confermata la condanna a 10 anni per Samir Bougana, foreign fighter legato all'Isis

Samir Bougana, 29enne di Gavardo, condannato a 10 anni per terrorismo e sevizie in Siria, confermata la sentenza.

Samir Bougana, 29enne di Gavardo, condannato a 10 anni per terrorismo e sevizie in Siria, confermata la sentenza.

Samir Bougana, 29enne di Gavardo, condannato a 10 anni per terrorismo e sevizie in Siria, confermata la sentenza.

Confermata in Appello la condanna a dieci anni per Samir Bougana, il 29enne foreign fighter di Gavardo già condannato in via definitiva a 4 anni per essere stato al soldo dell’Isis, parte di un’associazione terroristica, e lo scorso maggio anche per aver sequestrato e seviziato un quattordicenne curdo yazidi che rifiutava di convertirsi all’Islam (e aveva poi trovato rifugio in Germania).

Cresciuto a Gavardo, il giovane marocchino si è sempre professato innocente. Il trasferimento in Siria, tra il 2014 e il 2015, sarebbe avvenuto a suo dire per scopi umanitari, mentre il pm Erica Battaglia non ha mai avuto dubbi sulla sua radicalizzazione.

Bougana fu arrestato la prima volta dalla Digos e dall’FBI a Kobane, dove era stato catturato dai curdi, perché sospettato di essere uno spietato guardiano della Sharia, assoldato dallo Stato Islamico.

Due anni fa fu raggiunto in carcere a Sassai - in procinto di tornare libero - da una seconda misura cautelare nell’ambito di un’indagine parallela nata dalla denuncia di un rifugiato. Bougana sarebbe stato uno dei suoi carcerieri nel 2014 in Siria, lo avrebbe più volte legato, picchiato con bastoni e tubi e torturato con scariche elettriche.

La vittima? Assolutamente "credibile" e "affidabile" aveva spiegato la Corte d’assise condannando l’imputato a 10 anni, e non riconoscendolo colpevole di tortura solo perché all’epoca il reato non vigeva nella legislazione italiana.

"Le smagliature" che pure hanno caratterizzato il racconto del ragazzino "non hanno compromesso la solidità della trama complessiva del suo narrato. Non può sostenersi che la parte offesa sia stata indotta a collaborare per potersi garantire il permesso di soggiorno di cui già beneficiava".