
Stefano Ambrosini, 57 anni, era scappato in Tunisia mentre era ai domiciliari
Bergamo, 8 ottobre 2020 - Fino a martedi era ancora nel carcere di Mornaguia, a 14 chilometri da Tunisi, città dove si era rifugiato, nonostante sul suo capo pendesse la richiesta di estradizione, come da ordinanze del 22 settembre 2017 e del 3 dicembre 2018. In carcere lo aveva portato la polizia, su mandato dell’Interpol: l’accusa era di aver sottratto, bonifico dopo bonifico, un milione di euro dai conti delle società di cui era liquidatore o curatore fallimentare. Per un periodo ha effettuato perizie anche per il tribunale.
Ora Stefano Ambrosini, 57 anni, ex commercialista, ha lasciato la prigione: la conferma è arrivata dall’ambasciata italiana a Tunisi, con una nota con la quale ha informato anche la Procura di Bergamo (nello specifico il pm Emanuele Marchisio). Nelle scorse settimane il gip del tribunale di Bergamo, Alessia Solombrino, si è pronunciata con una ordinanza di revoca della misura cautelare per Ambrosini, motivandola con l’assenza del rischio di recidiva e per le condizioni di salute dell’imputato (ha problemi al cuore), oltre al fatto che non vi sarebbe più il pericolo di fuga.
In Tunisia l’ex commercialista si è sposato con Habiba Fradj, che lo ha potuto incontrare. Lei si è rivolta a un avvocato del posto, ottenendo il permesso per colloqui settimanali. Si erano sposati poco dopo l’inizio della latitanza. Ambrosini, studio a Bergamo e villa a Torre Boldone, era finito nei guai nel 2017. La vicenda era nata dai sospetti della contabile di una delle società “svuotate”. In sette anni, dal 2010, il contabile avrebbe sottratto soldi da quattro aziende di Bergamo, una di Nembro e una di Lallio. Scattano le indagini da parte della Guardia di Finanza. È peculato, per la Procura, e anche riciclaggio nel caso dei 216mila euro messi nella casa di Torre Boldone, dove, nonostante i sigilli, viveva l’ex compagna. I falsi riguarderebbero la contabilità aggiustata per coprire i “magheggi”. Le Fiamme Gialle lo avevano rintracciato su una barca in Sardegna, assieme al suo cane. Ma i domiciliari non gli avevano impedito di volatilizzarsi, diventando a tutti gli effetti un latitante. È stato localizzato in Tunisia, nel Paese che doveva diventare il suo “buen retiro”.
Gli inquirenti si erano subito mossi per la sua estradizione, dopo l’ordinanza di misura cautelare chiesta dal pm attraverso il ministero degli Esteri. Intanto il 27 gennaio 2021 al tribunale di via Borfuro ci sarà la prima udienza del processo a carico dell’ex commercialista, udienza che si svolgerà anche senza la sua presenza in aula. A meno che lui decida di rientrare.