
La sp 141 attraversa il paese causando problemi di sicurezza
Canonica d'Adda (Bergamo), 2 dicembre 2018 - Da tempo sta combattendo una vera e propria guerra contro la burocrazia. Dal 2015, infatti, il sindaco di Canonica d’Adda, Gianmaria Cerea, va avanti e indietro dagli uffici della Provincia e della Regione, chiedendo la dismissione della sp 141 Brembate-Treviglio da strada provinciale a comunale o, in alternativa, i nulla osta necessari per realizzare quelle opere essenziali di messa in sicurezza dell’arteria (piattaforme rialzate di rallentamento, meglio conosciute come dossi), le stesse già realizzate nel 2001 sul tratto sud della carreggiata. «La sp 141, che è percorsa ogni giorno da tremila veicoli che spesso vanno a velocità elevata – sottolinea il primo cittadino di Canonica – attraversa tutto il centro abitato del paese con grande pericolo per i residenti, costretti a percorrere l’arteria senza alcuna protezione, visto che la carreggiata di soli cinque metri non consente la realizzazione di un marciapiede».
Cerea accusa i rappresentanti regionali e provinciali di aver disertato sia l’incontro del 18 ottobre fissato al Pirellone, sia l’assemblea pubblica del 29 giugno organizzata a Canonica proprio per discutere del problema, alla presenza di numerosi residenti che nei mesi precedenti avevano presentato una raccolta di firme alla Provincia, segnalando l’estrema pericolosità della strada. Non solo. Il 29 novembre Cerea ha dovuto incassare il no della Regione ai 41mila euro previsti nell’ambito dei finanziamenti a favore dei Comuni per la realizzazione di interventi di messa in sicurezza di infrastrutture per la mobilità. Motivazione: assenza del nulla osta della Provincia. Cerea, stufo di combattere una battaglia contro i mulini a vento, ha fatto sapere al nuovo presidente della Provincia, Gianfranco Gafforelli, che nei prossimi mesi, con o senza i nulla osta, con o senza il finanziamento regionale, provvederà a realizzare i dossi.
«L’incolumità e la tutela dei cittadini – spiega – valgono molto di più del disinteresse della politica e degli assurdi e ridicoli rimpalli burocratici tra enti».