
L’ex assessore provinciale Enrico Piccinelli all’uscita del Tribunale orobico
Bergamo, 8 ottobre 2021- Dopo Maria Cristina Boccolini ieri è stata la volta del fratello Fulvio (i due hanno patteggiato due anni per corruzione), il tramite, per sua stessa ammissione, tra l’ex sindaco di Foppolo Giuseppe Berera e l’ex senatore ed ex assessore provinciale Enrico Piccinelli. Il processo è quello sulla presunta tangente da 480mila euro per far passare il piano regolatore di Foppolo poi ridimensionato dalla Provincia, piano che presentava volumetrie sovradimensionate. Una parte dei soldi, per l’accusa, li avrebbe intascati proprio Piccinelli, qui unico imputato finito a dibattimento per una vicenda che davanti al gup a febbraio si era chiusa con quattro condannati e sei prosciolti. Piccinelli era in aula e ha ascoltato il racconto di Fulvio Boccolini. "Ho conosciuto Berera tramite mia sorella. Aveva chiesto se potevamo intercedere con l’ingegnere Piccinelli per far passare il Pgt a Foppolo, visto che c’erano delle difficoltà. Siamo nel 2013". L’ex senatore a quel tempo aveva una stanza-ufficio di rappresentanza nello studio dei Boccolini, in via San Francesco. "A Foppolo il progetto riguardava 500mila metri cubi, con forti problematiche d’impatto ambientale. E siccome Piccinelli non si fidava di Berera, chiese 50mila euro per vedere la documentazione, soldi che io e mia sorella ci siamo divisi con lui". Seguirono altre dazioni di denaro, sempre dal racconto di Fulvio Boccolini. E si arriva alla richiesta di 500 mila euro (in realtà 480) presentata a Berera per far passare il piano strategico. Ma la posta si alza fino a 800mila. Domanda del pm: "Perché?". "L’idea era stata di mia sorella Cristina – ha spiegato Fulvio Boccolini – visto che eravamo in difficoltà pensavamo di risolvere i nostri problemi economici. Piccinelli con l’ulteriore richiesta dei 300mila euro non c’entra nulla". Arrivano i soldi, 150mila euro, secondo la ricostruzione di Fulvio Boccolini vengono messi in armadio che si trovava nell’ufficio di Piccinelli (altri 100 successivamente). "Come mai", ha domandato il giudice. "Perché lo ritenevamo sicuro". Poi il teste ha ricordato un incontro avuto con l’allora consulente della Provincia (dove ha lavorato fino al 2014) che si interessava di piani comunali, l’architetto Giuseppe Epinati. Ma proprio quest’ultimo, sentito poi, ha negato con forza di aver incontrato Boccolini. Epinati ha ribadito che il piano per Foppolo presentava errori macroscopici. Sentito infine il consulente della Procura, architetto Maurizio Rimoldi. Prossima udienza il 13 gennaio.