Quando i pascoli sono un affare. O meglio, come sostiene l’accusa, una truffa che in questo caso coinvolge i componenti di un nucleo famigliare. Il regista sarebbe Gianmario Bana che ha tirato in ballo anche le sorelle gemelle Jessica e Jennifer, 27 anni, di Premolo (tutti difesi dagli avvocati Simini e Zanetti) e come lui rinviate a giudizio a inizio febbraio 2021. E con loro anche Mirco Dagnoni (avvocato Pierfrancesco Musumeci). Siamo nel 2016, in Valcamonica, ma dal momento che i bonifici venivano incassati in Valle Seriana, accreditati sui conti che Bana ha sparpagliati in tre filiali della Bergamasca, ha proceduto la procura di piazza Dante (pm Gaverini e ora la collega Esposito). A erogare le somme era la Regione Lombardia grazie ai fondi dell’Unione europea finalizzati al sostegno delle zone di montagna. Il punto è che sarebbero stati spacciati per pascoli, destinati a ovini e bestiame, terreni di alta quota dove l’erba non si vedeva nemmeno con il binocolo. I carabinieri forestali l’hanno cercata anche con i droni. Nulla. Avrebbero trovato per lo più rocce. Come ha spiegato ieri al processo il maresciallo della Forestale di Breno Riccardo De Gennaro che ha ripercorso le tappe della vicenda. Parti offese sono Regione Lombardia, e Agea (agenzia per le erogazioni in agricoltura). Bana avrebbe intestato tre società a tre prestanome: l’azienda agricola Biancaneve alla sorella Jessica, la Primavera a Jennifer e la Burnigaia a Mirco Dagnoni, di Vidigulfo. "Dalle intercettazioni si è capito che le sorelle di Bana erano semplici firmatarie". Tra le contestazioni aver giocato sulle età dei "prestanome" per accedere ai contributi in più per i giovani allevatori. A Cimbergo l’azienda agricola Biancaneve si era aggiudicata l’Alpe Frisozzo, di proprietà comunale, senza alcuna gara. Per l’Alpe Frisozzo Bana ha incassato 199mila euro di contributi, 164mila per la Zumella, per 147mila per la Burnigaia. Totale mezzo milione che il pm ha fatto sequestrare. F.D.