REDAZIONE BERGAMO

Allergia al curaro dell’anestetico: così è morta la piccola Adelaide

Il primario: "Nella mia carriera ho visto solo quattro casi simili. Per tre volte siamo riusciti a porre rimedio alla reazione e a salvare il paziente. Nel caso di Adelaide, purtroppo, la reazione è stata troppo veloce" di Pier Giorgio Ruggeri

Adelaide Croce aveva un anno

Romano di Lombardia (Bergamo), 12 aprile 2015 - Sono arrivati finalmente i risultati dell’autopsia effettuata sulla salma di Adelaide Croce, la bambina di un anno morta nell’ospedale di Crema il 15 maggio del 2014 a causa di una reazione allergica che si era scatenata mentre le praticavano l’anestesia, in quanto la piccola stava per sottoporsi a un esame gastroduodenale. I periti, incaricati dal magistrato della procura di Cremona Laura Patelli il 17 maggio, hanno rinviato di mese in mese il deposito del loro studio, fino a dicembre, quando i risultati sono arrivati in procura. Secondo i periti, a scatenare la reazione allergica nella piccola è stato un farmaco a base di curaro. Tuttavia, sempre secondo i periti, in quella sala operatoria dove si è verificata la tragedia, tutto sarebbe stato eseguito secondo i protocolli.

«Nella mia carriera - dice il primario di anestesia dell’ospedale, Agostino Dossena, non presente quando si è verificato il terribile evento - ho visto solo quattro casi simili. Per tre volte siamo riusciti a porre rimedio alla reazione e a salvare il paziente. Nel caso di Adelaide, purtroppo, la reazione è stata troppo veloce in un corpo troppo piccolo e non c’è stato nulla da fare. Peraltro questo farmaco viene utilizzato in tutti i protocolli perché è l’unico che si può adoperare in caso di anestesie di breve durata, sotto il quarto d’ora. Tutta la bibliografia mondiale testimonia che quanto fatto nell’ospedale di Crema è la prassi esatta».

Tuttavia il magistrato cremonese, che ha ricevuto il rapporto e aperto un’inchiesta sull’operato di tre medici dell’ospedale, dapprima ha prolungato di altri sei mesi le indagini e poi, lo scorso mese, ha chiesto ai periti di rispondere ad alcuni quesiti per chiarire meglio alcuni aspetti della vicenda. La morte della piccola aveva destato grande scalpore. La bambina, residente a Romano di Lombardia con la famiglia - il padre Antonio, agente di commercio, e la madre Claudia, commessa - aveva compiuto un anno il 23 aprile. I genitori avevano deciso di sottoporla all’esame per ottenere la certificazione che la figlia fosse celiaca, test che l’Asl rende obbligatorio affinché si possano ottenere i contributi previsti per la malattia. Su suggerimento del pediatra, avevano scelto l’ospedale di Crema, che dava grande affidamento per questo tipo d’esame.