REDAZIONE BERGAMO

Giovane ferito e fermato in Kurdistan: è libero ed è atteso in Italia

Alessandro De Ponti, 23 anni di Treviglio, attivista filo-curdo, è libero ed è atteso in Italia. Fermato una settimana fa a un posto di blocco al confine con il Kurdistan iracheno e la Siria, ferito a un braccio si trovava in ospedale a Erbil

Alessandro De Ponti (Foto tratta da Facebook)

Treviglio (Bergamo), 10 luglio 2015 - Era stato ferito in Kurdistan mentre tentava di entrare in Iraq, ora Alessandro De Ponti, 23 anni casaro di Treviglio, è libero da giovedì 9 ed è atteso a breve in Italia. Si risolve così dopo 7 giorni la difficile situazione in cui era finito l'attivista italiano filo curdo poi ricoverato in ospedale a Erbil. De Ponti era stato ferito giovedi' scorso (il 2 luglio) mentre si trovava al confine tra Siria e Iraq. Trasportato in ospedale a Erbil e in stato di fermo, era atteso in un primo momento alle 22.30 del 9 luglio a Milano Malpensa con un volo di linea, in realtà non è mai arrivato. De Ponti infatti, atteso a casa a Treviglio (Bergamo), pur rilasciato non si è imbarcato per problemi burocratici. Il suo arrivo dunque è atteso per sabato 11.

Il giovane fa parte di un collettivo trevigliese chiamato 'Tanaliberatutti' ed era partito in aprile riferendo di recarsi in Tunisia, ma neppure i familiari, in stretto contatto con la Farnesina, avevano saputo spiegare se il giovane fosse solo, oppure se si trovasse con altri giovani, o se avesse viaggiato con qualche Organizzazione non governativa. Lo scorso 25 aprile, con una decina di amici, manifesto' contro il sindaco poco prima del discorso della Liberazione: lo accusava di avere autorizzato iniziative di Forza Nuova nei mesi precedenti. Subito dopo quei fatti era partito per un primo viaggio per la Turchia. Amici e conoscenti ne parlano come di "un ragazzo non sprovveduto che conosce molto bene la situazione geopolitica di quella zona". In Kurdistan ci era andato come cooperanteAlessandro viene descritto come un "giovane riservato, di poche parole". In questio giorni la Farnesina, attraverso l'ambasciata a Baghdad e il consolato a Erbil, è rimasta attiva e in contatto con le autorità locali e la famiglia del ragazzo per verificare i contorni della vicenda e le condizioni di De Ponti.