MICHELE ANDREUCCI
Cronaca

Al Papa Giovanni prevista la somministrazione giornaliera di 120 dosi

Da oggi si parte anche nel più grande nosocomio orobico dopo il primato dell’Asst Bergamo Ovest che ha inizato domenica

di Michele Andreucci

Dopo il V-Day simbolico del 27 dicembre, parte ufficialmente la campagna vaccinale anti-Covid nella Bergamasca. Domenica, giocando d’anticipo, è partita l’Asst Bergamo Ovest con l’ospedale di Treviglio, ieri sono invece scattate le vaccinazioni all’Asst Bergamo Est e oggi sarà la volta dell’Asst Papa Giovanni XXIII, la più grande struttura ospedaliera orobica. Per quanto riguarda l’Asst Bergamo est, nel cuore del territorio più ferito dal dramma del coronavirus, è partita la campagna nella realtà ospedaliera bergamasca che per prima ha affrontato il virus: la prima ad essere vaccinata è stata ieri l’infermiera del pronto soccorso di Alzano Lombardo Roberta Belotti.

Si inizia con 120 vaccinazioni quotidiane e si lavorerà sette giorni su sette, Epifania compresa, per somministrare le dosi ai circa 2.500 dipendenti. Stamattina, invece, toccherà all’Asst Papa Giovanni XXIII con la somministrazione delle dosi al suo personale. Un anticipo di una settimana rispetto a quanto inizialmente delineato. Il nuovo calendario prevede sedute dal lunedì al sabato, con 200 vaccinazioni al giorno, che saranno eseguite al centro prelievi del nosocomio di Bergamo utilizzando il Comirnaty della Pfizer-BioNtech.

Al Papa Giovanni, la “trincea“ dei giorni più bui della pandemia, saranno vaccinati circa 7mila persone, un totale dato dalla somma dei circa 5mila dipendenti dell’Asst e dei circa 1.700 volontari delle ambulanze. Alla somministrazione delle prime dosi, seguirà il richiamo dopo 21 giorni. Per la vaccinazione ai dipendenti delle ditte esterne con appalti al Papa Giovanni, Asst valuterà in base alla disponibilità dei vaccini.

In più c’è il lavoro di raccordo con le case di cura private e le Rsa. Precisa Fabrizio Limonta, direttore socio-sanitario del Papa Giovanni: "Non sarà il personale dell’ospedale a effettuare le iniezioni nelle case di riposo. Dopo la formazione sulle procedure di somministrazione e di gestione del vaccino, dal 18 gennaio le dosi verranno consegnate in frigoriferi portatili nella forma decongelata, per essere custodite a una temperatura dai 2 agli 8 gradi e somministrate entro 5 giorni dal personale delle strutture sanitarie".

Intanto il segretario generale della Cgil di Bergamo, Gianni Peracchi, interviene sull’obbligatorietà o meno del vaccino anti-Covid in relazione alla condizione del lavoratore dipendente. "La priorità deve essere data alla profilassi – sostiene il sindacalista – Senza non ci sarà la ripartenza. Serve una campagna volontaria di massa e gratuita per vaccinarsi. In conclusione voglio richiamare una considerazione, condivisa sul nostro territorio anche da autorevoli voci: non possiamo e non dobbiamo permetterci di avere più paura del vaccino che del Covid. Sarebbe un paradosso e così non ne usciremo mai".