Toloi convocato nella nazionale italiana grazie all’Atalanta

Un altro atalantino nell’Italia, oltre al monzese Matteo Pessina

Rafel Toloi

Rafel Toloi

Bergamo - Un altro atalantino nell’Italia, oltre al monzese Matteo Pessina: è il brasiliano Rafael Toloi, nato quasi 31 anni fa in una cittadina Gloria Oeste ai confini delle foreste brasiliani. Dal Mato Grosso alla nazionale azzurra, passando da Bergamo e dal nerazzurro atalanatino. Questa la storia di questo difensore deciso, ruvido, ma dotato tecnicamente, nipote del signor Toloi che nel dopo guerra, come tantissimi altri connazionali, decise di lasciare la patria, partendo dalle colline di Treviso, per cercare fortuna in Brasile.

Trasmettendo la sua cittadinanza italiana ai figli e ai nipoti, tra cui Rafael, classe 1990, una trafila in una squadra secondaria, il Goias, poi a 21 anni al San Paolo, per un’ascesa più lenta del previsto. Nel 2014 lo prende la Roma ma nella Capitale non impatta benissimo, appena cinque presenze, poi il ritorno al San Paolo. Lo compra l’Atalanta nell’estate del 2015. La Dea allenata da Reja punta solo alla salvezza. Debutta contro il Sassuolo, brilla subito, titolare inamovibile in una squadra dove ci sono anche Papu Gomez e Marten De Roon. Giocare in provincia lo taglia fuori dal giro delle convocazioni verdeoro, la Selecao non lo prende mai in considerazione. L’estate successiva l’arrivo di Gian Piero Gasperini e la svolta, per l’Atalanta che comincia la scalata verso l’ Europa, e per Toloi, vice capitano fino allo scorso dicembre. Dopo la burrascosa esclusione di Gomez la fascia e’ passata a lui, unico superstite con De Roon di quella Atalanta pre gasperinia. Leader silenzioso, presenza insostituibile in campo e nello spogliatoio. Mercoledì a Madrid ha raggiunto le sue prime 200 presenze ufficiali in maglia nerazzurra ma senza sorridere: un suo intervento sul lanciatissimo Vinicius ha determinato il rigore del 2-0.

Quando è uscito dal campo aveva la delusione negli occhi. La convocazione in azzurro potrebbe regalargli una nuova favola: a nemmeno 31 anni può sperare in una convocazione ai prossimi Europei e ai successivi Mondiali in Qatar. Ha esperienza internazionale, grinta, tecnica: difficile che anche Mancini non se ne innamori come è successo a Gasperini.