Poca acqua nei torrenti: in Valle è allarme siccità

Preoccupati gli agricoltori del Morbegnese

Problemi anche per i pescasportivi

Problemi anche per i pescasportivi

Morbegno, 11 aprile 2017 - Allarme siccità, colture ed ecosistemi fluviali a rischio. È il rovescio della medaglia di queste giornate primaverili tanto assolate, con temperature massime che superano di 2,5 gradi la media stagionale e previsioni meteo che, al momento, escludono l’arrivo della pioggia. Il saldo negativo delle riserve idriche lombarde accresce l’apprensione fra gli agricoltori, specie nel Morbegnese, dove a preoccupare è il bacino dell’Adda. Il totale della riserva idrica, infatti, è meno di metà di quella disponibile in media in questo periodo dell’anno. «Nel bacino dell’Adda e nel Lago - specificano da Legambiente - sono disponibili 511 milioni di metri cubi d’acqua, a fronte di una media del decennio pari a 1.009 milioni di metri cubi. E il calo è continuo dall’inizio dell’anno. Se la situazione meteo non dovesse cambiare, con precipitazioni consistenti in grado di portare sollievo ai bacini svuotati, il timore è che nelle prossime settimane si debba tornare a scegliere tra mantenere l’acqua nei fiumi o irrigare i campi». «La carenza di risorse idriche, per gli usi irrigui, si fa sempre più pressante - sottolinea Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia -. Occorre un’accelerazione nelle strategie di adattamento al cambiamento climatico, che richiede prima di tutto una modifica nel modello agricolo, che oggi punta su colture molto esigenti d’acqua e mirando all’impiego di tecniche irrigue molto più efficienti. È quanto mai urgente un nuovo patto tra agricoltura e ambiente, per evitare che il soddisfacimento dei fabbisogni irrigui pesi sullo stato di salute dei corsi d’acqua e delle falde». Gli ultimi bollettini Arpa non promettono nulla di buono sul fronte rovesci e, la quantità esigua di neve caduta in inverno, alimenta le incertezze. «Gli invasi idroelettrici del segmento alpino sono quasi a secco, mentre il livello dei laghi prealpini è mantenuto solo dal disgelo fortemente anticipato, il che pone serie preoccupazioni per i prossimi mesi, visto che la quantità di neve rimasta è ben poca - sottolineano gli ambientalisti -. Complessivamente la riserva idrica disponibile è ai minimi degli ultimi 10 anni, al di sotto anche del livello registrato nell’annata peggiore del decennio, il 2007». Più cauti i gestori locali delle società idroelettriche secondo i quali, parlare di allarme, è quantomeno prematuro. «L’acqua nelle dighe è sicuramente ai suoi livelli minimi ma, fortunatamente, rientra ancora nei limiti previsti per questa stagione – fanno sapere -. Il concetto dei bacini è quello di accumulare il più possibile in autunno per rientrare nei parametri a primavera. Quello che è del tutto fuori norma, invece, è il basso grado di accumuli nevosi registrati durante l’inverno. Tale anomalia, purtroppo, porterà poca acqua in seguito al disgelo».