Eataly, il Bitto Usa arriva da Berbenno: "Tarocco? È Dop e biologico"

Viene acquistato tramite un intermediario dall'azienda La Taiada di Nicola Bongiolatti: "Dispiace aver letto online che non fosse vero Bitto"

Il cartellino errato che indica la provenienza piemontese e quello corretto da Eataly

Il cartellino errato che indica la provenienza piemontese e quello corretto da Eataly

Sondrio, 21 agosto 2015 - IIl Bitto in vendita nel negozio Eataly a New York ed erroneamente indicato come prodotto piemontese è un Dop biologico prodotto da La Taiada di Berbenno. «Spiace aver letto sui blog che quel formaggio non fosse Bitto», spiega Nicola Bongiolatti, 25 anni ancora da compiere. «Quello esposto a New York è il mio Bitto, un prodotto di qualità, realizzato con passione e certificato biologico. Altro che toma... Per me e la mia famiglia è un orgoglio essere stati scelti da un marchio così importante per rappresentare la Valtellina in America». L’azienda compare tra i soci del Consorzio tutela Valtelltina Casera e Bitto (www.ctcb.it). «Vendiamo le forme tramite un intermediario che ha visitato accuratamente l’azienda prima di selezionarci», assicura Bongiolatti.

La conferma arriva dal noto marchio che conta negozi e ristoranti regionali italiani. «Eataly Usa, per questioni burocratiche e legislative e per altre regole americane, non importa direttamente formaggio dall’Italia, ma si rifornisce da importatori e distributori che posseggono i requisiti necessari per poter svolgere tutte le operazioni richieste. Dunque è possibile che un Consorzio o (raramente) un produttore non sappia di essere presente nel negozio di New York», è la premessa di Dino Borri, head buyer Eataly Usa. «In cinque anni abbiamo creato collaborazioni speciali sia con i produttori che con i distributori, che ci hanno permesso di poter importare e vendere formaggi mai arrivati prima negli Stati Uniti». Tra questi c’è il Bitto. «Abbiamo faticato a trovare produttori e importatori in grado di fornirci - fa sapere Borri -. Con orgoglio siamo riusciti a trovare un modo per avere con costanza un prodotto e per di più biologico. Grazie al lavoro di un importatore, Saymour Pondini, siamo riusciti ad avere in maniera costante il Bitto Dop dell’azienda La Taiada . Ho parlato personalmente sia con il distributore che con il produttore: entrambi sono molto felici del lavoro che abbiamo fatto in questi anni». 

Eataly New York è l’unico negozio che propone il Bitto. «Questo ha aiutato sia a incrementare le vendite sia a fare conoscere un prodotto che fino a poco fa raramente si trovava negli Usa, solo in alcuni ristoranti blasonati», sottolinea l’head buyer. «Sicuramente Eataly New York ha commesso un errore (umano) nello scrivere su un paio di cartellini la regione sbagliata di produzione del prodotto, cosa per altro non richiesta dalla legge statunitense: a volte, purtroppo, i nostri collaboratori americani confondono le regioni italiane. Continuiamo a educarli e spesso ci chiedono perché noi italiani diamo così importanza all’origine dettagliata. Non trovo corretto però venire accusati di vendere prodotti contraffatti o di dubbie origini, poiché la fileria di acquisto e di selezione dei nostri produttori è tracciata in tutte le sue fasi. Le parole che ho letto in questi giorni mi hanno personalmente amareggiato. Sono quasi 20 anni che cerco in tutti i modi di portare avanti la filosofia del “buono, pulito e giusto”»

.Quanto alla scritta «Beeto», Eataly chiede di provare a capire «il motivo per cui un giovane collaboratore si sia ingegnato nel fare l’esatta riproduzione fonetica della parola in inglese, per poterla insegnare ai clienti e per poter raccontare e vendere il formaggio».