Uccide il compagno dell’ex moglie, armato e in fuga: è caccia all’uomo

Ucciso con oltre trenta colpi di pistola. Non ha avuto scampo Enrico Marzola, ex dipendente di un'impresa di pompe funebri. Ha cercato in tutti i modi di proteggersi dietro al furgone bianco che si trovava parcheggiato all'interno del capannone della ditta per la quale lavorava fino ad alcuni mesi fa, ma non ce l'ha fatta di Manuela Marziani

Pavia, il luogo del delitto (Torres)

Pavia, il luogo del delitto (Torres)

Pavia, 9 ottobre 2014 - Ucciso con oltre trenta colpi di pistola. Non ha avuto scampo Enrico Marzola, ex dipendente di un'impresa di pompe funebri. Ha cercato in tutti i modi di proteggersi dietro al furgone bianco che si trovava parcheggiato all'interno del capannone della ditta per la quale lavorava fino ad alcuni mesi fa, ma non ce l'ha fatta. Il suo assassino gli ha scaricato addosso una raffica di proiettili sparati da una pistola semi automatica. L'omicidio, avvenuto nella zona industriale di Pavia, molto probabilmente si è consumato attorno alle 13,30, anche se è stato scoperto solo dopo le 17. Proprio il luogo in cui il delitto è avvenuto ha fatto ritardare il rinvenimento del cadavere e ha lasciato all'assassino la possibilità di fuggire senza che nessuno si accorgesse di nulla.

«Ho sentito dei rumori attorno alle 13,30 – ha detto Marco Tonalini che ha un'impresa di perizie d'auto nel capannone accanto –, però non sembravano spari. Credevo fossero delle martellate. Alle 17, quando ho sentito urlare sono uscito e mi sono trovato di fronte a una scena orribile». In pieno pomeriggio, infatti, al civico 11 di via Saragat, nei pressi della Riso Scotti è arrivata anche la compagna di Enrico Marzola. Fin dalla strada la donna ha visto il quarantanovenne disteso nel capannone. Per questo ha lasciato la sua Panda gialla con le chiavi ancora nel quadro ed è scesa di corsa.

«L'hanno ucciso, me l'hanno ucciso», ha urlato finché un uomo non è corso a portarla via dalla scena del delitto. Difficile per la donna vedere il suo compagno privo di vita e difficile credere che a ucciderlo potesse essere il suo ex marito. Proprio ieri sembra che i due coniugi si fossero rivisti in tribunale per mettere la firma in calce alla separazione. E quell'addio sancito anche davanti a un giudice deve aver rappresentato un dolore difficile da superare per l'uomo. Impazzito di rabbia per quel matrimonio finito, forse ha teso un'imboscata al suo presunto rivale e lo ha fatto arrivare in una zona isolata alla periferia della città. Lì gli ha scaricato addosso una miriade di colpi, in parte rimasti sul pavimento del capannone. Poi in stato confusionale deve essere fuggito, magari imboccando la tangenziale. Fino alla tarda serata di ieri, nonostante i posti di blocco dislocati in tutta la provincia dalla polizia, l'uomo non era stato trovato. La donna, invece, soccorsa dall'équipe del 118, stata successivamente accompagnata in questura in stato choc.