Pavia, falso testamento per ereditare la casa del morto: vicina condannata

Un anno di reclusione per la donna che aveva anche affittato l’abitazione a una coppia

Sentenza in tribunale a Pavia

Sentenza in tribunale a Pavia

Pavia, 21 settembre 2019 - La casa del vicino defunto doveva essere sua, a ogni costo. Così ha creato un falso testamento e nonostante le rimostranze dei veri eredi si è insediata nell’abitazione di Verrupa Po, in Oltrepo Pavese, incatenando la porta, avviando lavori di ristrutturazione e dandola poi in affitto. Ma la denuncia dei nipoti del proprietario morto e la giustizia hanno fatto il loro corso: la donna, A.R. 54 anni originaria della provincia di Frosinone, è stata condannata dal tribunale di Pavia a un anno di reclusione. Era alla sbarra con le accuse di falsità in testamento olografo e invasione di edificio. La vicenda risale al 2015, quando il proprietario dell’abitazione è morto. Al momento di leggere il testamento, i due nipoti nominati eredi universali hanno scoperto che esisteva un altro documento, con cui il defunto avrebbe donato la sua abitazione alla vicina di casa. Una donna con cui la famiglia del morto non aveva avuto contatti: giunti sul posto, i familiari hanno scoperto che aveva messo alla porta dell’abitazione una catena con un grosso lucchetto. Si erano dunque fatti valere eliminando la catena e minacciando la donna di denuncia alle autorità, cosa che invece è stata lei a fare, querelando i parenti del defunto e affermando che la proprietà era sua. Nonostante una diffida, la donna ha continuato a fare come se niente fosse, entrando in casa a suo piacimento, bruciando oggetti e avviando ponteggi per lavori di ristrutturazione. Per quest’ultimo episodio, nel 2016 gli eredi avevano presentato un esposto spiegando che non avevano autorizzato i lavori. Ma non è tutto: la donna ha anche dato in affitto l’abitazione a una coppia di coniugi, facendosi pagare 350 euro al mese. Alla fine, però, è stata incriminata e portata a giudizio. Il capo d’imputazione spiega che «al fine di procurarsi un vantaggio, formava il testamento olografo» e contesta l’invasione nella proprietà altrui.  Ora è arrivata la condanna: oltre alla pena detentiva, la donna dovrà versare 3.000 euro a ciascuno dei due nipoti per i danni morali, oltre a 3.300 per le spese di costituzione di parte civile.