Nerone vince Mtv Spit, è milanese il miglior freestyler d'Italia

Le sue rime affilate, il suo flow inconfondibile e il suo stile unico, hanno fatto di Nerone il vincitore della terza edizione di Mtv Spit. "L'avversario più temibile? Sono stato io stesso" di Francesca Nera

Nerone, vincitore della terza edizione di Mtv Spit

Nerone, vincitore della terza edizione di Mtv Spit

Milano, 27 ottobre 2014 - Le sue rime affilate, il suo flow inconfondibile e il suo stile unico, hanno fatto di Nerone il vincitore della terza edizione di Mtv Spit. Il giovane rapper milanese ha infatti seminato tutti i concorrenti aggiudicandosi la finalissima contro Bles ed Mc Nill. Ma in Italia c'è posto per un solo "king del freestyle" e il suo nome è Nerone.

Dopo il tentativo dello scorso anno, in questa edizione di Mtv Spit hai trionfato. Cos'è che ha fatto la differenza questa volta? “Quest'anno era l'ultima chance, non potevo più sbagliare, non avrei partecipato una terza volta e questo credo mi abbia dato i cosiddetti ‘occhi della tigre’. Resta comunque il fattore fortuna, in alcune sfide sono uscito vincitore per il rotto della cuffia e anche questo mi ha spronato a dare il massimo nelle esibizioni successive”. 

Il parere dei giudici non sempre è stato benevolo. Come hai accolto le critiche? “Se non le accetti in maniera costruttiva, sei costretto a cedere, a sprofondare, a smettere di crederci. In questi casi non c'è molto da fare: bisogna prendere atto di ciò che ti viene detto e trasformare tutto in grinta e perfezionamento per non fallire una seconda volta. Max Brigante è stato chiaro e tondo, non ho avuto niente da recriminare, purtroppo aveva ragione. La realtà è che non mi aspettavoci fosse un'aspettativa così grande sulla mia ‘testolina’. Diciamo che mi ha aperto gli occhi e mi è servito tantissimo a non sbagliare di nuovo”.

I giurati Emis Killa, Guè Pequeno e Max Brigante insieme a Marracash, conduttore del programma

Guè Pequeno invece sembrava puntare su di te fin dalla prima puntata. Come mai secondo te? “In realtà non ne ho la minima idea! Ma non posso che essere onorato ed estasiato da questo. Non ho mai visto Guè da così vicino di persona nella mia vita. Lui e il suo gruppo hanno segnato la mia crescita adolescenziale dal punto di vista musicale. A Milano quando io avevo 12 anni è apparso "Mi Fist" negli stereo delle periferie. La svolta! Forse, e dico forse, essendo lui di Milano come me, ha visto un’attitudine in me molto simile a quella dei tempi d'oro delle piazze milanesi, che i Club Dogo hanno ‘fatto saltare’ con i loro dischi”.

Pensi ci sarà, in futuro, l'occasione di collaborare con lui? “Non lo so. Ovviamente sarebbe un sogno che si realizza. Però non me la sento di ‘aggrapparmi’ ad un artista già fatto e finito, nemmeno per un istante. Di conseguenza, momentaneamente, non me la sento di fare richieste di collaborazione ad artisti di quel calibro, se non previa conoscenza personale ed instaurazione di un rapporto umano che porti empatia. Questo sicuramente”.

Quale dei concorrenti hai temuto di più? E quale delle sfide ti ha messo in maggior difficoltà? “Gli avversari erano tutti molto forti. Combattere la tensione e al contempo gestire la determinazione e la freddezza non è mai una cosa facile. Forse l'avversario più temibile, come disse Brigante stesso, sono stato davvero io. Me stesso. Ma devo ammettere che Blnkay è uno dei freestyler più inquietanti sulla scena. Ha una tecnica imprendibile, una velocità di lessico disarmante e soprattutto una grande presa sul pubblico. Ovunque lui si presenti, qualsiasi cosa dica, la gente esplode. Davvero molto bravo. La sua performance di alto livello, sommata alla tensione che io stavo covando per quella battle, mi ha portato a ‘vacillare’ più delle altre sfide affrontate quest'anno”. 

E la tua performance meglio riuscita? “Questo non spetta a me dirlo. A livello autocritico oserei dire la mia sfida con Mc Nill ma per una questione di gusto personale. Io come attitudine sul freestyle mi baso molto sull'ironia e forse in quella battle son stato prorpio un ‘pirla’. Come piace a me”.

Qual è la rima dei tuoi avversari che ti ha e stupito maggiormente? “Le rime che più mi hanno colpito in questa edizione sono state fatte quando io non ero in gara. Mc Nill ha chiuso la sua sfida con Blackson con una vera bomba!”.

Nerone, vincitore della terza edizione di Mtv Spit

Il successo di Clementino, Ensi e Nitro fa ben sperare. Stai già lavorando a qualche progetto? “Per scaramanzia preferirei non accennare nulla a riguardo. Ma sto scrivendo tantissimo e il mio management mi sta dando una gran mano per amplificare la mia voce. Cercheremo di non deludere nessuno. Ho una crew - la Microfili click, composta da me, Mrb, Rella, Biggie Paul e Remmy - che mi aiuta e mi spinge, credono in me e questo è già il 30% del lavoro. Spit è una gigantesca vetrina. Passando da qui tutti potranno fare parte del tuo mondo, ma il mondo non puoi lasciarlo vuoto. Se non riempi quella vetrina, averla creata è stato inutile. C'è sempre da rimboccarsi le maniche, come dappertutto!”.

Dall'Hip Hop Tv B-Day Party all'apertura del concerto di Kid Ink... nei live da "grandi numeri" ti abbiamo già visto all'opera. Palco o freestyle? Qual è la tua dimensione ideale? “Diciamo che io preferisco molto di più scrivere e cantare le mie ‘storie’ sui palchi. Mi piacerebbe davvero tantissimo che le persone potessero riconoscersi in quello che canto, perché non è niente di più di quello che ho vissuto e provato. Il freestyle è sempre stata una grandissima passione a cui devo essere riconoscente ma la specialità di un artista non deve prevaricare il suo talento per tutto il resto del percorso che deve affrontare. Mi piacerebbe che la gente smettesse di additare il freestyle come un ‘ah, sa fare solo questo’. No. Non è così. E sarà mio dovere confermarlo”.

Dopo due vittorie consecutive ai torinesi (Ensi nella prima edizione e Shade nella seconda) ad incassare la vittoria è finalmente un Milanese. Cosa ne pensi di questa città? “Milano è la mia casa. Il posto dove sono nato e cresciuto. Ho lavorato per anni nei villaggi turistici fuori dall'Italia e non c'è niente di meglio che tornare a casa e sentire l'aria umida, sporca e pesante della mia amata Milano. So che c'è chi mi capirà. Amo questa città e spero di fare in modo che anche Milano possa innamorarsi di me”.

francesca.nera@ilgiorno.net